Se confermata in via definitiva, l'approvazione dell'emendamento in Commissione Affari Sociali che abroga il divieto di disconoscere un bambino nato con fecondazione assistita, e' questa la prima modifica parlamentare ad una legge combattuta a colpi di carta bollata in decine di tribunali di tutta Italia e in Europa, che conta in tutto gia' 16 sentenze di bocciatura di alcune sue parti. La legge 40 bocciata per la prima volta a livello europeo dalla corte di Strasburgo lo scorso agosto, era infatti gia' finita diverse volte nelle sentenze anche dei tribunali italiani.
Cinque volte in tutto e' finita sui banchi della Corte Costituzionale (nel 2005, due volte nel 2009 e una nel 2010 e infine nel maggio del 2012). Se si considerano i ricorsi per altre parti della legge come quelli per ottenere la possibilita' di congelamento degli embrioni, la diagnosi preimpianto e il limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di fecondazione sono complessivamente 16 le volte che i giudici hanno ordinato l' esecuzione delle tecniche di fecondazione secondo i principi Costituzionali affermando i diritti delle coppie. In tutto 17 bocciature con la sentenza di oggi di Strasburgo, la prima in ambito europeo. Fra le molte decisioni dei giudici il 23 gennaio del 2008 il Tar del Lazio, oltre ad annullare le linee guida per l'applicazione della legge per ''eccesso di potere'' nella parte in cui vietavano le indagini cliniche sull' embrione, ha sollevato la questione di costituzionalita' delle norme (articolo 14, commi 2 e 3) che prevedono la possibilita' di produrre un numero di embrioni non superiore a tre e l'obbligo del contemporaneo impianto. Nel 2009 la Consulta ha accolto la prima parte delle osservazioni con sentenza 151 del primo aprile; quanto alla seconda parte e' stato introdotta una deroga al divieto di crioconservazione degli ovuli. Il 13 gennaio del 2010 il giudice Antonio Scarpa, del Tribunale di Salerno, ha autorizzato, per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria, l'Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1. Sono seguite decisioni in tal senso presso i tribunali di Firenze, Bologna e Salerno per altre coppie.
E' scontrosull'emendamento approvato dalla commissione Affari sociali della Camera che modifica la legge 40 sulla procreazione assistita, permettendo alle madri che hanno avuto un figlio in provetta di poterlo disconoscere al momento della nascita, come gia' accade per le donne che hanno avuto un figlio da una gravidanza naturale. Se per esponenti Pd e diversi legali e' stata eliminata una ''discriminazione'', la pensano diversamente l'ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella (Pdl) e Paola Binetti (Udc): la modifica di oggi va abrogata. La commissione sta esaminando una legge che contiene misure per proteggere la segretezza della gravidanza. A questo ddl, il dipietrista Antonio Palagiano ha presentato l'emendamento che modifica la legge 40. Il presidente della commissione, Giuseppe Palumbo (Pdl), ha espresso parere positivo all'emendamento e tutti i gruppi hanno votato a favore, esclusa la Lega. Il testo emendato comporta l'abrogazione della norma della legge 40 che prevede che la madre di chi e' nato a seguito dell'applicazione di tecniche di PMA non può dichiarare la volontà di non essere nominata.
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