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Fenagifar, le richieste dei giovani farmacisti alla politica

Farmacia Redazione DottNet | 30/01/2013 18:55

I giovani farmacisti vogliono far sentire la loro voce. E lo fanno con un documento firmato dalla Fenagifar (clicca qui per scaricare il documento integrale), l’associazione dei giovani farmacisti che si dicono “consapevoli dei gravi rischi che stiamo attraversando in questo difficile tempo di crisi non solo come cittadini ma anche come professionisti che quotidianamente sono impegnati ad assicurare un servizio indispensabile alla collettività”. Vediamo, dunque, quali sono le loro osservazioni rivolte al   prossimo Parlamento e Governo.

Riforma del corso di laurea e della facoltà di farmacia

 Crediamo che sia necessario ribadire la specificità della professione del farmacista quale esperto in gestione e dispensazione del farmaco. Va, pertanto, realizzato un nuovo percorso formativo adeguato a fornire nuove e qualificate prospettive di lavoro, preservando l’identità culturale e professionale.

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Prospettive occupazionali

 La farmacia territoriale ha dei limiti fisiologici negli spazi di lavoro che può offrire. Vanno, pertanto, individuati e concretizzati nuovi spazi occupazionali per le giovani generazioni ricercando i collegamenti con le imprese del settore e con i decisori politici in modo che la figura professionale del farmacista sia sempre presente, in ambito pubblico e privato, dove è presente il farmaco.

Farmacia e farmacista territoriale

 È opportuno sviluppare e completare un coerente iter legislativo che porti al rinnovo della convenzione farmaceutica ed alla distribuzione attraverso la farmacia di tutti i farmaci erogati dal Ssn. Siamo convinti che sia necessario completare la realizzazione della cosiddetta farmacia dei servizi, che dovrà prevedere alcuni punti salienti: la presa in carico del paziente, con il potenziamento dell’attività di pharmaceutical care e di farmacosorveglianza, da eseguire anche in ambito domiciliare, la riforma della remunerazione della prestazione professionale e la farmacovigilanza sui farmaci senza obbligo di prescrizione.

Concorso straordinario a sedi farmaceutiche

 Il concorso, in via di svolgimento secondo la normativa del DL “Salva Italia”, ha deluso profondamente le aspettative dei giovani, perché non vi è traccia né della meritocrazia né dell’equità promesse dal Governo. Oggi auspichiamo che sia assicurato il carattere dell’uniformità nella definizione dei criteri di calcolo dei punteggi e la contemporaneità dello svolgimento dei concorsi regionali, oltre a sciogliere i principali nodi interpretativi spesso motivo di ricorsi ed azioni legali che rallenteranno il percorso di svolgimento.

Assetto della distribuzione del farmaco ed ipotesi di liberalizzazione

 Da più parti si sta facendo passare nell’immaginario collettivo il convincimento che, liberalizzando la vendita dei farmaci, si risolvono i problemi economici dell’Italia, degli Italiani e delle Imprese. La proposta di liberalizzare “il farmaco” con il processo di uscita della ricetta dalla farmacia è un unicum nel mondo; ed ancor più grave è, a nostro parere, il palese e dichiarato obiettivo di interessati poteri imprenditoriali che si propongono di espropriare i farmacisti della “prestazione professionale”, relegando la dispensazione del farmaco ad un puro atto di “vendita”. Suggeriamo, pertanto, che debba esserci un unico canale di distribuzione di tutto il farmaco, ovvero la Farmacia, con le opportune correzioni delle criticità che migliorino l’efficienza del sistema, anche attraverso un allargamento della rete di distribuzione, e la qualità del servizio verso i cittadini.

In merito al dibattuto argomento sulle Parafarmacie ed i corner della GDO

 Constatiamo che l’organizzazione del sistema distributivo del farmaco così come è predisposto nei sistemi liberisti anglosassoni e in quelli regolamentati dell’area latina, non prevede strutture analoghe al modello italiano, né tanto meno si ritrova la presenza di presidi di dispensazione del farmaco alternative, o parallele, alla farmacia. È oramai accertato che la sostenibilità economica di tali esercizi non potrà essere raggiunta con gli attuali asfittici livelli di fatturato. Chiediamo una soluzione politica che possa tutelare i giovani farmacisti, che sono le uniche e reali vittime di una strumentalizzazione politica e di un inganno imprenditoriale perpetuatesi negli anni, escludendo, quindi, gli esercizi di proprietà di società di capitali, franchising o riconducibili a titolari di farmacia, per i quali lasciamo che a decidere sia il mercato.  “Come giovani professionisti – conclude la Fenagifar - abbiamo la consapevolezza di voler guardare al nostro futuro in ottica generazionale; crediamo nel valore imprescindibile della nostra professione certi che il ruolo del farmacista, avrà grande valore anche domani”.

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