Un gruppo della Statale di Milano genera un pacemaker cardiaco da cellule staminali pluripotenti.
Milano, 13 giugno 2013 - Il lavoro, svolto interamente nel Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, dal gruppo coordinato dal DottAndrea Barbuti con il Prof. Dario DiFrancesco, Mirko Baruscotti e la Dott.ssa Annalisa Bucchi (The PaceLab) ed in collaborazione con il gruppo dalla dott.ssa Graziella Messina, mostra per la prima volta la possibilità di generare una popolazione pura di cardiomiociti pacemaker a partire da cellule pluripotenti di topo.
Le disfunzioni del pacemaker cardiaco, il nodo senoatriale, e del tessuto di conduzione possono dare origine ad aritmie pericolose per la vita. Queste patologie spesso richiedono, come unico intervento possibile, l’impianto di un pacemaker elettronico. I pacemaker elettronici presentano tuttavia alcuni limiti dati dal bisogno di manutenzione frequente, dal pericolo di infezioni e dall’interazione con campi elettromagnetici.
Questilimiti potrebbero essere superati dallo sviluppo di un pacemaker biologico, cioè un substrato cellulare, derivato da cellule staminali, funzionalmente simile al tessuto pacemaker nativo (nodo senoatriale) e quindi in grado di interagire e guidare il ritmo del miocardio ospite e di interagire con il sistema neuro-endocrino.
Nel lavoro pubblicato su Circulation Research, il “PaceLab” ha messo a punto un protocollo che permette il riconoscimento e l'isolamento di una popolazione omogenea di precursori senoatriali a partire da cellule embrionali staminali (ES) di topo.
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