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Aritmia post-chirurgica, strategie di prevenzione

Cardiologia Medical Information Dottnet | 12/05/2017 14:05

L’uso di steroidi a breve termine potrebbe prevenire l’insorgenza di fibrillazione atriale dopo interventi di chirurgia cardiaca.

L’intervento di bypass coronarico (Coronary Artery Bypass Graft surgery, CABG) può scatenare un processo infiammatorio che, a sua volta, può contribuire allo sviluppo di complicanze post-operatorie come la fibrillazione atriale (AF), l’ischemia miocardica, la disfunzione multiorgano e le infezioni. AF rappresenta la complicanza più comune e mostra un’incidenza del 20-50% post-CABG e del 40-50% dopo una combinazione di CABG e chirurgia valvolare (VALV). Il disordine si presenta dopo circa 2-3 giorni dopo l’operazione ed è associato ad una forte instabilità emodinamica, incrementato rischio di tromboembolia, ictus, prolungata ospedalizzazione e alta morbidità.

A causa dei noti effetti degli steroidi nel sopprimere il rilascio di mediatori pro-infiammatori, questi potrebbero essere utili nel trattamento di AF post-operatorio. Il lavoro di Zeyad Al-Shawabkeh et al.  è incentrato proprio sull’utilizzo degli steroidi nella profilassi di AF.

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Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia dei corticosteroidi nella profilassi della AF post-operatoria nei pazienti sottoposti ad un intervento di bypass dell’arteria coronaria o chirurgia cardiaca valvolare. Il fine ultimo è ridurre l’incidenza di AF e la durata dell’ospedalizzazione. Lo studio, prospettico e randomizzato in doppio cieco, è stato condotto su 340 pazienti che erano stati sottoposti in precedenza ad un CABG a cuore fermo (on-pump) combinato o meno alla VALV. Hanno partecipato allo studio coloro che:

  • avevano subito un intervento di CABG, da solo o in combinazione con un operazione chirurgica valvolare
  • utilizzavano bloccanti β-adrenergici
  • presentavano un ritmo sinusale normale

I criteri di esclusione comprendevano: una storia di blocco cardiaco, precedenti episodi di AF o flutter, diabete mellito non adeguatamente controllato, storia di ulcera peptica, infezione micotica o batterica sistemica, pacemaker permanente e ogni documentata o sospetta aritmia ventricolare o sopraventricolare. I pazienti coinvolti sono stati divisi in due gruppi, ognuno dei quali è stato ulteriormente diviso in pazienti sottoposti solo a CABG (120 soggetti) e coloro che subivano un intervento di chirurgia valvolare con o senza CABG (50 pazienti). Il trattamento consisteva in 1 g di metilprednisolone prima del bypass cardiopolmonare e 100 mg di idrocortisone dopo 8 ore dall’operazione per 3 giorni.

I risultati hanno mostrato che circa il 21.1% (36 pazienti) del gruppo trattato ha sviluppato AF rispetto al 38.2% (65 pazienti) dei controlli. Osservando il sottogruppo di soggetti sottoposti solo a CABG, è emerso che circa il 20% (24 pazienti) di essi hanno presentato AF nel gruppo trattato in confronto al 35% del gruppo controllo. Nei pazienti sottoposti a CABG-VALVE è stato osservato che il 24% di essi  ha sviluppato AF rispetto al 46% del gruppo controllo. Il tempo di ospedalizzazione sembra non variare significativamente tra i due gruppi così come il tasso di complicazioni post-operatorie come la mediastinite o le infezioni da ferita superficiale.

L’uso di steroidi per uso profilattico a breve termine, sia durante che dopo l’operazione, sembra essere sicuro ed efficace nel ridurre l’incidenza di AF post-operatoria in pazienti che si sottopongono a CABG e/o a VALV.

Fonte:

Zeyad Al-Shawabkeh et al. Use of short-term steroids in the prophylaxis of atrial fibrillation after cardiac surgery. J Saudi Heart Assoc; 2017;29:23–29.

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