Scritta da clinici e pazienti; Mencacci (Sip), siamo in una situazione d'emergenza
Standard di assistenza più uniformi in tutte le Regioni e un fondo ad hoc destinato all'assistenza psichiatrica. Sono i primi di 12 punti della 'Carta della Salute Mentale', il documento promosso dalla Società Italiana di Psichiatria e presentato oggi a Roma, che riassume le iniziative necessarie per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da disturbi mentali.
"In Italia l'interesse verso la gestione di questi pazienti sembra essere scesa così tanto - spiega il presidente Società Italiana di Psichiatria (SIP) Claudio Mencacci - che ci troviamo attualmente in una situazione che definiamo di 'emergenza' da un punto di vista clinico-gestionale, sociale ed economico.
Tra queste, un maggior coinvolgimento delle farmacie nel monitoraggio dell'aderenza terapeutica, la realizzazione in tutte le regioni di soluzioni abitative alternative alle strutture psichiatriche; una campagna di prevenzione per raggiungere i soggetti a rischio; più educazione contro lo stigma delle malattie mentali e un tavolo interministeriale per migliorare l'integrazione dei pazienti nel mondo del lavorativo. Il documento, commenta Gemma Del Carlo, presidente del Coordinamento Toscano delle Associazioni per la Salute Mentale, "riassume tutte le richieste che da anni chiediamo ed è di buon auspicio il fatto che sia stata elaborata a livello nazionale in accordo tra professionisti e associazioni". L'augurio, conclude, "è che sia un ulteriore richiamo al ministero della Salute affinché verifichi l'applicazione di quanto previsto dalle leggi in materia".
Un finanziamento annuo di 3,1 miliardi per quasi 800mila pazienti psichiatrici, grandi differenza tra regioni, personale in continuo calo. Questa la fotografia dei Dipartimenti di Salute mentale in Italia illustrata dal presidente Società Italiana di Psichiatria (SIP) Claudio Mencacci durante la presentazione della Carta della Salute Mentale, tenutasi oggi presso la Biblioteca del Senato. Schizofrenia, abuso di sostanze, depressione, ansia: dalle forme lievi a quelle gravi, in Italia ne soffrono circa 17 milioni di persone. Quelle però con disturbi più importanti e in cura presso i servizi sociali pubblici "sono 777mila, pari a 159 utenti ogni 10mila abitati. Molti purtroppo se ne perdono per strada", sottolinea Mencacci.
Secondo l'Analisi dei dati 2015 del sistema informativo per la salute mentale (Sism), "dopo 90 giorni dal primo trattamento, solo uno su 6 prosegue la terapia. Dopo 6 mesi solo uno su 10". I ricoveri per malattia mentale sono in diminuzione, ma l'affluenza di persone ai dipartimenti riguarda soprattutto over 45, poco rappresentata la fascia 25-45 anni, rarissimi gli under 25. "Il 75% delle malattie mentali insorgono entro i 24 anni. La capacità di individuare il disturbo agli esordi - spiega Mencacci - è fondamentale. Abbiamo una falla importante legata ai giovani, ancora lontani dai servizi di assistenza". Il 10% dei pazienti finisce in comunità, il 90% è gestito sul territorio. Tema delicato, i Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso) sono stati 8.777 in un anno, "numero stabile, pari a 1,7 per 10mila abitanti ma con differenze regionali: sono più frequenti nelle Marche, molto meno in Emilia Romagna".
Quanto al personale, sottolinea, "nel 2015 erano 29.260 le unità in servizio presso i servizi pubblici, nel fino al 2010 circa 34mila. A fronte di un aumento della richiesta, c'è una contrazione forte delle risorse umane". Una contrazione che risente dei finanziamenti per la salute mentale, "anche questi molto diversi tra regioni: dal 5% del Fondo sanitario del Trentino a circa 2,5 di Sardegna, Marche, Campania".
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