Dr.Gattuso
Amantea, 31 Marzo
Il dottor Agostino Gattuso è il responsabile f.f. unità operativa urologia ospedale spoke Cetraro Paola. Ed è tra i presidenti dell'importante convegno che si è svolto ad Amantea il 31 marzo, organizzato dall’Associazione Urologi Italiani.
Dottor Gattuso, il vostro evento è di grande rilevanza per gli urologi e in particolare per i medici che lavorano al Sud. Il convegno ha fornito sicuramente delle risposte su una specializzazione così importante. Come nasce l’idea?
Le conoscenze in campo urologico sono in continua evoluzione. Basti pensare che fino a qualche anno fa, uno strumento nato per il trattamento chirurgico delle neoplasie urologiche come il sistema da Vinci neanche si conosceva. Oggi i nostri pazienti, il nostro territorio, chiedono risposte certe e soluzioni all'avanguardia. L'idea di questo convegno è nata appunto da un'iniziativa mia, del dottor Prencipe e della dottoressa Mollo con l'intento di ridare linfa vitale, attraverso un panel di esperti del settore, ad un aggiornamento scientifico che si era interrotto a Catanzaro nel 2013, epoca dell'ultimo meeting auro in Calabria.
Auro e il Mezzogiorno e in particolare la Calabria: quali sono i ruoli che ha l’associazione sul vostro territorio?
L' Auro è una delle maggiori comunità urologiche in Italia che promuove incontri fra specialisti a livello regionale e nazionale e fornisce in questo modo un continuo stimolo all'aggiornamento.
Esiste ancora un gap tra Nord e Sud in campo urologico?
La diffidenza verso le professionalità del meridione è un sentimento che grazie al fermento ed alla crescita professionale degli ultimi anni stiamo riuscendo ad ammorbidire. Rimangono le difficoltà all'approvvigionamento delle risorse tecniche ma questo è un problema diffuso in tutta la penisola.
Nel corso del Convegno si è parlato di confronto tra Urologi, Mmg e Infermieri: c’è davvero un linguaggio comune tra loro?
L'aumento della attesa di vita rende conto della necessità di impegnare ogni risorsa professionale per rispondere all'incremento della domanda di una migliore gestione della vita attiva. Pertanto si sente sempre più il bisogno ed il dovere di affrontare in maniera condivisa con medici di medicina generale ed infermieri le problematiche tecniche di tutti i giorni al fine di costruire uno strumento semplice che consenta di mantenere pervia la comunicazione tra chi opera in una struttura ospedaliera e chi opera sul territorio.
Il cancro alla prostata è purtroppo una realtà molto diffusa. Nel vostro convegno se ne è parlato a lungo: quali sono le ultime novità e scoperte?
Il tumore della prostata il cancro più frequente nei maschi adulti e ogni anno in Italia sono circa 35000 gli uomini che devono fare i conti con questa patologia. Grazie ai progressi delle conoscenze in campo chirurgico ed oncologico oggi il trattamento della neoplasia comprende diverse opzioni. Fondamentale è che a trattare la patologia sia un team di esperti che comprenda l'urologo, l'oncologo, il radioterapista ed il radiologo e che con un lavoro di squadra permette di scegliere la migliore terapia per il paziente.
A.N. L.IT.COM.04.2017.2366 Data di deposito AIFA: 7 aprile 2017
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