Abbiamo più lavoro ma non sappiamo se sarà retribuito
Tra una "scarsa informazione dei cittadini" e "qualche intoppo al sistema informatico" prosegue "abbastanza bene" il rilascio delle certificazioni delle vaccinazioni obbligatorie da parte dei farmacisti pugliesi che sembrano concordare su un punto: "Non sappiamo se questa mole di lavoro in più verrà retribuita, e neppure in che maniera".
Il servizio, nato da un accordo tra Federfarma e Regione Puglia in seguito alla legge che ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni per i bambini fino ai sei anni, pena l'impossibilità di iscriverli a scuola, è partito lunedì 4 settembre.
E proprio la 'rete' pare abbia creato qualche intoppo: "Abbiamo riscontrato dei problemi di connessione da quando è partito il servizio - riferisce Scelzi - ma non siamo certi sia dovuto alla piattaforma che utilizziamo per le certificazioni". Piattaforma che però, oggi pomeriggio, ha smesso di funzionare per qualche ora, assicura Valeria Berrino della farmacia San Nicola, nel centro del capoluogo pugliese. La farmacista lamenta inoltre che "la circolare con cui ci informavano che avremmo dovuto erogare questo ulteriore servizio, è arrivata venerdì pomeriggio, e il lunedì mattina molti di noi si sono ritrovati contemporaneamente a leggere il documento e a dover far fronte ai cittadini che richiedevano i certificati".
Tuttavia, a quattro giorni dalla partenza, in farmacia sono arrivate solo "due richieste". Anche Berrino, come i suoi colleghi, evidenzia che "l'idea è buona ma va remunerata, perché mettiamo il nostro tempo a disposizione ma non è chiaro se avremo un compenso". Motivo per cui, ritengono alla farmacia Pelagio di Cerignola (Foggia), "è probabile che qualche collega non abbia aderito all'iniziativa". Infine, come per ogni novità, "non mancano i cittadini che si lamentano - evidenziano i farmacisti - come quando il sistema risponde che la certificazione richiesta non c'è, e se la prendono con noi perché devono andare alla Asl".
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