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Maculopatia, italiani a rischio ma solo 11% la conosce

Oculistica Redazione DottNet | 30/10/2017 16:36

Solo il 3% conosce l'esame OCT per la diagnosi: indagine demoscopica

Entro 30 anni nel mondo la cecità della popolazione triplicherà e i non vedenti passeranno da 40 milioni a oltre 120, secondo dati OMS. E un recente studio su Lancet stima che le persone con difetti visivi passeranno da 220 a 550 milioni. La conferma di questi dati, relativamente alla situazione italiana, arriva da un'indagine demoscopica dell' Istituto Lorien per conto del Centro Ambrosiano Oftalmico (Camo) secondo cui nel Paese sono 1.400.000 le persone affette da una maculopatia (di varia origine) e sono tra gli 800 mila e il milione coloro in cui questa malattia è legata all'età. In questo senso l'Italia è un Paese ad alto rischio.

"Ed è indispensabile - sostiene Lucio Buratto, direttore scientifico di Camo - un'azione capillare di informazione, se è vero che dall'indagine traspare che solo l'11% della popolazione sa che cosa sia la maculopatia e quali gravi conseguenze comporti".

I risultati dell'indagine, inviati al Ministero, supporteranno una campagna d'informazione che coinvolgerà 15 centri in tutta Italia nel mese di febbraio. La diffusione della maculopatia riguarda oggi il 10% della popolazione di età compresa tra i 65 e i 75 anni, sale al 30% dopo i 75, per raggiungere il 40-50% degli ultra ottantenni. "Ma un modo per fermare questa devastante patologia esiste - per Francesco Bandello, docente di Oftalmologia all'Università Vita-Salute San Raffaele -: si chiama OCT (Tomografia a Coerenza Ottica). E' un esame accurato e non invasivo a cui sottoporsi ai primi sintomi (se si vedono distorte le linee di un foglio di carta a quadretti) che richiede non più di due minuti. Ma solo il 3% della popolazione ne conosce l'esistenza. Eppure è l'esame indispensabile per diagnosticare precocemente la malattia".

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E come sempre, in medicina, una diagnosi precoce permette un esito migliore delle cure. Almeno quando, "nel 20% dei casi, la degenerazione maculare legata all'età è 'umida' - dice Matteo Cereda, primario all'ospedale Sacco di Milano - perchè oggi ci sono terapie come l'iniezione intravitreale di farmaci anti-VGEF che possono bloccare la malattia allo stadio in cui si trova. Per cui, prima si interviene meglio è. Nel restante 80% di casi, cioè quando la maculopatia è 'secca', non ci sono terapie (salvo ricorrere a un'alimentazione sana, a specifici integratori, ma anche proteggersi gli occhi dagli UV e smettere di fumare), ma la malattia è ad andamento molto più lento".

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