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In ricetta antidepressivi per dimagrire: indagati medici e farmacisti

Farmaci Redazione DottNet | 03/12/2017 17:01

L’inchiesta dei carabinieri del Nas di Perugia, undici avvisi di garanzia

Farmaci per dimagrire  prescritti come  antidepressivi  per aggirare la legge. E’ questa l’ipotesi di reato alla base di un’inchiesta del Nas di Perugia che coinvolge undici persone tra farmacisti e medici di base a cui adesso è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. L’inchiesta era partita alla fine del 2015, in seguito ad un decreto ministeriale che vietava l’uso di alcuni farmaci per le cure dimagranti.

I militari del nucleo antisofisticazione di Perugia, coordinati dal pm Manuela Comodi, intrapresero uno screening delle farmacie nel perugino per controllare se e in che modo sostanze anoressizzanti (come ad esempio il bupropione) venissero prescritti. E, secondo quanto emerso, scoprirono che prima dell’entrata in vigore dei decreti del ministero della salute (emessi in seguito a studi clinici sulla pericolosità di alcune molecole a seconda dell’uso che ne veniva fatto), i medici di base finiti sotto inchiesta davano i farmaci per il dimagrimento, mentre dopo l’intervento ministeriale, le stesse sostanze venivano prescritte per la cura della depressione, per cui non era vietato.

Spesso davano ai pazienti due diverse ricette: in una c’erano le sostanze ‘lecite’ indicate espressamente per il dimagrimento, nell’altra finivano invece quelle ‘bandite’ per cui andava indicato un uso autorizzato. Ma i pazienti sentiti, i carabinieri ne interrogarono almeno un centinaio, confermarono di non essersi mai rivolti a quei medici per problemi psicologici, ma, solo e unicamente per dimagrire.

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E’ per tale ragione che agli otto dottori, oltre all’accusa di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, falso in atto pubblico e falso in certificati, viene anche contestata la violenza privata per non aver fatto sottoscrivere «il consenso informato» ai malati e non averli resi «consapevoli che l’uso delle sostanze antidepressive fosse vietato per la cura dimagrante» perché, se assunti con posologie e tempistiche diverse, potevano essere dannosi. Gli stessi pazienti hanno riferito che non avevano idea della ‘singolarità’ delle prescrizioni e anzi, che a volte, erano gli stessi medici a consegnare loro i farmaci galenici che prendevano direttamente dalle farmacie. Nell’inchiesta sono coinvolti infatti anche tre farmacisti che, in ottica accusatoria, di sarebbero prestati alla preparazione

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