
Assobiomedica, punte del 95% per i mammografi
In Italia oltre il 50% delle apparecchiature diagnostiche è obsoleto, con alcuni dispositivi come i mammografi in cui il tasso di obsolescenza è addirittura del 95%, con un'età media di 14 anni. Lo afferma un rapporto di Assobiomedica presentato alla conferenza nazionale sui dispositivi medici a Roma, che certifica un peggioramento omogeneo su tutto il territorio nazionale. Dall'analisi dell'associazione si salvano pochi tipi di strumentazioni. Gli unici ad avere un'età media al di sotto dell'anzianità massima per avere un'adeguatezza tecnologica sono i mammografi digitali, che però sono di recente introduzione, le Pet, di cui però il 42% è già obsoleto, i sistemi radiografici mobili ad arco, quelli fissi e le unità mobili radiografiche.
I restanti dispositivi hanno invece tutti un'età media troppo alta: il 54% degli ecografi supera la soglia oltre la quale dovrebbero essere sostituiti, così come il 72% delle risonanze magnetiche chiuse, il 79% dei sistemi radiografici fissi o il 48% dei sistemi angiografici e il 52% dei ventilatori di terapia intensiva. L'età avanzata, sottolinea l'associazione, riduce i benefici per il paziente delle tecnologie più recenti, dalle diagnosi più accurate e precise alle minori esposizioni alle radiazioni. Gli svantaggi non sono però solo per il paziente, ma anche per la sostenibilità del Ssn, che si trova ad affrontare più alti costi di manutenzione con ritardi e sospensioni nell'utilizzo dei macchinari. L'Italia, sottolinea lo studio, è agli ultimi posti in Europa. "Adesso che buona parte dei conti della Sanità sono stati risanati - ha dichiarato Fernanda Gellona, Direttore generale di Assobiomedica -, è necessario tornare a investire per rinnovare le strutture sanitarie del Paese e riportare il nostro SSN a livelli competitivi".
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