Anelli (Fnomceo): sia una svolta per la sanità e per i professionisti. Di Silverio (Anaao): Siamo a un bivio, o si investe sull'Ssn o si chiude
La Manovra 2025 entra nella sua fase decisiva dopo il vertice notturno a casa della premier Giorgia Meloni, insieme ai leader del centrodestra Salvini, Tajani e Lupi, e ai ministri dell’Economia Giorgetti e Leo. Al centro della discussione, le priorità economiche del governo: taglio dell’Irpef, bonus per famiglie, riforma pensionistica e nuovi investimenti nella sanità pubblica. Il Documento programmatico di bilancio riceverà il primo via libera, mentre la legge di Bilancio resta in fase di negoziazione. Salvini spinge per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e per la tassazione delle banche, ma Meloni tiene la barra sulle priorità di bilancio: sanità, famiglie e riduzione del cuneo fiscale.
La sanità sarà uno dei capitoli principali, con 2,4 miliardi di euro aggiuntivi. Il piano prevede 30 mila nuove assunzioni di infermieri, anche dall’estero, e un aumento delle indennità dei medici per rafforzare il servizio pubblico. Previsti inoltre alleggerimenti per le case farmaceutiche attraverso la revisione del sistema di payback. Nel dettaglio per il 2026, il Fondo sanitario nazionale dovrebbe essere incrementato di ulteriori 2,4 miliardi di euro, che si sommano ai 3,7 miliardi già previsti dalla manovra dello scorso anno.
Sul fronte delle retribuzioni, la manovra interviene su diverse indennità per il personale. Quella di specificità sarà incrementata per un totale di 180 milioni rispettivamente all'anno per il triennio 2026-2028: 60 milioni per i medici, ai quali dovrebbe corrispondere un aumento mensile lordo medio di 220 euro, e 120 milioni per gli infermieri, con un incremento stimato di circa 110 euro lordi al mese. Previsto anche un aumento dell’indennità di esclusività, pari a 110 milioni: 100 milioni destinati alla dirigenza medica e veterinaria e 10 milioni alla dirigenza sanitaria. Gli aumenti, in questo caso, variano in base all’anzianità e agli incarichi, partendo da circa 246 euro annui lordi fino ad arrivare a 1.825 euro per il personale con incarichi apicali. Per i dirigenti sanitari non medici, l’incremento dell’indennità di specificità sarà di circa 30 euro lordi mensili. Cresce anche l’indennità di tutela del malato e per la promozione della salute, che nel 2026 arriverà a una dotazione complessiva di 300 milioni, con un aumento stimato di circa 130 euro lordi al mese rispetto al 2025. Previsto anche l'innalzamento del tetto di spesa per la farmaceutica dello 0,5%. “Il momento è ora – afferma Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO –. È il tempo di investire sulla salute degli italiani e sui professionisti che ogni giorno la garantiscono, in ogni luogo e per ogni persona.” Secondo Anelli, l’investimento in sanità “conviene” non solo sul piano della salute pubblica, ma anche su quello economico. “Come dimostra il Censis, ogni euro speso in sanità ne genera 1,84 di ritorno economico. È un moltiplicatore di valore per il Paese.” La Federazione richiama però l’attenzione sulla crescente difficoltà del sistema nel trattenere e attrarre professionisti. “Il Ssn non è più attrattivo – sottolinea Anelli –. Non riesce ad assumere nuovi medici né a trattenere quelli che ci sono, nonostante per otto italiani su dieci siano il cuore e il volto del sistema sanitario.” La FNOMCeO chiede dunque un impegno concreto nella prossima manovra economica. “Occorre aumentare il Fondo sanitario nazionale – conclude Anelli – e vincolare una parte delle risorse ai professionisti, per migliorarne le condizioni di lavoro e rafforzare l’organico già dall’inizio del prossimo anno. Solo così potremo mantenere fede alle promesse di salute rinnovate durante la pandemia e garantire la tenuta del sistema sanitario.”
L’Anaao Assomed ribadisce la stretta esigenza di dare una svolta alla sanità e soprattutto ai professionisti. "Si passa – commenta Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed - da una possibile svolta riguardo gli stipendi di medici e dirigenti sanitari, all’ennesima delusione per le promesse disattese. In mezzo ballano circa 500 milioni che servono a defiscalizzare (ricordiamo che i dipendenti pubblici hanno la pressione fiscale più alta contribuendo per l'80% alle casse dell'erario contrariamente ai privati) o aumentare quella parte dello stipendio che dà conto dell’affezione dei medici al nostro Ssn e a sanare la profonda iniquità tra medici e dirigenti sanitari nelle risorse per l'indennità di specificità creata dalla precedente legge di bilancio". "Se dovessimo 'spuntarla' per una volta potremmo riconoscere che si inizia a investire realmente sui medici e sui dirigenti sanitari, avviando quel percorso di recupero dell'inflazione che potrebbe trovare nei prossimi due contratti già finanziati l’espressione finale". "Insomma siamo a un bivio – dichiara Di Silverio - per cercare un riavvicinamento con quella classe medica portata agli onori delle cronache ormai da troppo tempo solo per presunte denunce o per false promesse. Sia chiaro che senza investimenti robusti sul personale, richiesti anche dal Ministro della salute, il sistema non reggerà. E non sarà sufficiente stanziare risorse su capitoli diversi per mettere a tacere il bisogno impellente di risollevare la categoria dopo anni di parole al vento". "Per questo vogliamo lanciare un appello al Governo, conclude Di Silverio: non perdiamo questa occasione. La reazione della categoria sarebbe devastante, saremo costretti ad andar via e soprattutto non riusciremo a fermare l’emorragia di colleghi e colleghe che abbandonano gli ospedali. Non si tratta di rivendicazioni corporative, ma di una esigenza sociale, civica, professionale".
Sul fronte edilizio, arriva la proroga dei bonus ristrutturazioni: 50% di detrazione per la prima casa e 36% per la seconda. Niente riduzione del periodo di detrazione: la misura sarà confermata per un altro anno nelle stesse condizioni. Infine, una norma destinata a far discutere: gli avvocati con debiti fiscali non potranno ricevere incarichi dallo Stato, incluso il gratuito patrocinio. Solo chi è in regola con il Fisco potrà accedere a incarichi pubblici.
Il taglio dell’Irpef per i redditi fino a 50 mila euro sarà la misura simbolo della manovra, con un risparmio massimo di 440 euro l’anno per i lavoratori dipendenti. La soglia di sterilizzazione delle addizionali potrebbe arrivare fino a 200 mila euro di reddito. Sul fronte previdenziale, la manovra prevede la proroga di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, oltre a un piano per spalmare l’aumento dell’età pensionabile di tre mesi in tre anni (dal 2027 al 2029). Confermato anche il bonus mamme e il contributo per i nuovi nati, mentre il congedo parentale all’80% sarà prorogato di altri tre mesi. In tema di lavoro, si valuta la detassazione del lavoro notturno e festivo, con particolare attenzione a categorie come infermieri, rider e addetti alla logistica. Prevista anche la proroga dei premi di produttività con prelievo ridotto all’1,5% e un raddoppio dei fringe benefit fino a 4.000 euro per i lavoratori con figli a carico.
Novità anche per l’ISEE, con l’esclusione dell’abitazione principale dal calcolo fino a un valore catastale di 100 mila euro. Questa misura amplia la platea di famiglie che potranno accedere a bonus e agevolazioni.
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