Arrivano gli aggiornamenti di sicurezza. Intel minimizza
Una falla di sicurezza, rivelata dalla stampa americana e confermata dai ricercatori, mette virtualmente a rischio tutti i computer, gli smartphone e i tablet in circolazione, insieme ad altri prodotti come smart tv, console per videogiochi e auto connesse. La vulnerabilità è infatti presente nella quasi totalità dei microprocessori prodotti negli ultimi vent'anni dai tre colossi del settore - Intel, Arm e Amd - e secondo gli esperti espone gli utenti al furto di password e altri dati sensibili da parte di hacker.
A scoprire la falla, l'anno scorso, sono stati i ricercatori del Google Project Zero, che hanno subito informato i costruttori di chip e gli sviluppatori dei sistemi operativi (Microsoft, Apple e Linux) per farli correre ai ripari.
Fa però discutere il caso del suo Ceo, Brian Krzanich, che nel novembre scorso ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari. All'epoca era a conoscenza della falla, ma la società nega che ci siano correlazioni. Amd, dal canto suo, si dice convinta che il rischio per i suoi processori sia "quasi zero", mentre Arm fa sapere di essere al lavoro e assicura che i suoi chip usati negli oggetti connessi a internet non sono coinvolti. Gli esperti, tuttavia, non prendono la questione alla leggera. Per Raoul Chiesa, guru della cybersecurity, "la vulnerabilità è probabilmente la più grave di questi ultimi anni" e potrebbe avere conseguenze maggiori di quelle ipotizzate finora. La falla, infatti, interessa quasi tutti i microprocessori prodotti negli ultimi vent'anni e dà modo agli hacker di leggere la memoria del dispositivo e le informazioni sensibili che vi sono memorizzate.
Windows, Apple e Linux hanno rilasciato aggiornamenti che rattoppano la falla, così come ha fatto Google per Android e gli altri suoi prodotti. Questi aggiornamenti proteggono gli utenti, ma potrebbero rallentare i computer. Secondo alcuni esperti i processori sarebbero dal 5 al 30% più lenti, ma anche in questo caso i produttori di chip ridimensionano, parlando di un impatto "non significativo". Nel dettaglio, i ricercatori hanno scoperto due falle diverse. La prima, battezzata "Meltdown", interessa Intel, mentre la seconda, "Spectre", ha due varianti e coinvolge anche Amd e Arm. Tutte le falle hanno a che fare con la "esecuzione speculativa", con cui i processori cercano di intuire quale strada tra due possibili è più probabile che venga presa, in modo da velocizzare i calcoli.
Si tratta dell'oncologa 33enne Martina Pagliuca. E’ dirigente medico presso l’Uoc di Senologia dell’Istituto dei tumori di Napoli, in forza nel team del prof Michelino De Laurentiis
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