Oncologa, è un risultato che cambierà la pratica clinica nella cura dei pazienti
Il trattamento con l'immunoterapia con la molecola pembrolizumab riduce del 43% il rischio di recidiva dopo l'intervento chirurgico nei pazienti con melanoma ad alto rischio, una neoplasia dei tessuti cutanei e del rivestimento della pelle che nel 2017 nel nostro Paese ha fatto registrare 14mila nuove diagnosi. Lo dimostra lo studio di fase 3 EORTC condotto da MSD in collaborazione con l'Organizzazione Europea per la Ricerca e la Cura del Cancro (EORTC).
"Questi risultati cambieranno la pratica clinica - sottolinea Paola Queirolo, responsabile Melanoma e Tumori cutanei all'Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Per la prima volta in 40 anni assistiamo a un dato importante sul beneficio della terapia adiuvante, ovvero dopo l'intervento chirurgico, rispetto al placebo".
Alla luce di questo studio, sottolinea l'oncologa, "cambierà certamente la pratica clinica in modo radicale. I dati sono infatti solidi, se consideriamo la distanza dalla fine del trattamento: il primo paziente è stato inserito nello studio due anni e mezzo fa. Ora è però importante che l'iter di approvazione sia veloce, perché potremo parlare di pazienti guariti grazie a una strategia terapeutica tempestiva. Grazie all'immuno-oncologia una percentuale di pazienti con melanoma in fase metastatica guarisce. Oggi questo studio implica un'ulteriore svolta epocale, perché indica l'opportunità - conclude - di anticipare la terapia immuno-oncologica, instaurando il trattamento subito dopo la chirurgia senza attendere la ricaduta".
fonte: ansa
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