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Ricercatrice italiana scopre il meccanismo della memoria cellulare

Oncologia Redazione DottNet | 15/01/2018 12:25

Importante nella risposta immunitaria, prospettive contro il cancro

E' di una biologa italiana l'importante scoperta del meccanismo che regola la memoria cellulare coinvolta nella risposta immunitaria. I risultati dello studio che ha coordinato, pubblicati su Science, aprono a nuove prospettive nello sviluppo di terapie contro il cancro.    Luigia Pace, romana, 41 anni, dopo dieci anni di ricerca trascorsi tra Francia - all'Institut Curie di Parigi - e Germania è appena rientrata in Italia, all'Italian Institute for Genomic Medicine di Torino, grazie al doppio finanziamento della Fondazione Armenise Harvard e della Compagnia di San Paolo. 

La ricercatrice descrive i linfociti del sistema immunitario come un esercito che si attiva immediatamente in presenza di virus o batteri ed è anche in grado di imparare dall'esperienza: dopo aver vinto una battaglia contro un particolare agente patogeno, i linfociti-soldati della memoria ricordano come rispondere in caso lo stesso pericolo si ripresenti.

Questa proprietà di memoria era nota ma ora, grazie allo studio coordinato da Pace, è possibile comprendere per la prima volta il meccanismo biologico su cui si basa. Quando il nostro organismo viene attaccato, la popolazione di linfociti risponde e prolifera in maniera esponenziale. I linfociti cosiddetti effettori, cellule killer programmate con la missione di uccidere le cellule infettate dal patogeno, portata a buon fine la missione, cioè quando l'infezione è terminata, sono condannati a morire.

Ma un piccolo gruppo di cellule sopravvive diventando la memoria, la sentinella dell'infezione che controlla l'eventualità che il patogeno si ripresenti. Nel caso del cancro, i linfociti effettori non sono numerosi e dopo un po' smettono di essere funzionali. Il meccanismo biologico scoperto da Luigia Pace e dai suoi collaboratori potrebbe essere sfruttato per invertire la tendenza e manipolare i linfociti effettori sfruttando la reversibilità a linfociti della memoria. In altri termini, si potrebbe riprogrammare e potenziare la risposta immunitaria per sconfiggere i tumori.

fonte: science

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