Studio finanziato dalla Fondazione nazionale svizzera per la scienza nell'ambito di un progetto che ha coinvolto gli ospedali universitari di Zurigo, Ginevra e Toronto, l'Università di Friburgo e l'Eth di Zurigo
Scoperti i meccanismi per i quali l'amianto può far scatenare un tumore. A raggiungere questo obiettivo (che vede anche una firma italiana) è stato uno studio finanziato dalla Fondazione nazionale svizzera per la scienza nell'ambito di un progetto che ha coinvolto gli ospedali universitari di Zurigo, Ginevra e Toronto, l'Università di Friburgo e l'Eth di Zurigo. La guida del progetto è di Emanuela Felley-Bosco, che dopo le scuole in Italia ha proseguito a Losanna studi universitari in biologia, farmacologia e tossicologia. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Oncogene. Secondo la ricerca l'amianto non causa direttamente il cancro ai polmoni, ma passa attraverso uno strato cellulare che circonda gli organi interni, cioè il mesotelio.
Il sistema linfatico qui non è in grado di eliminare le sue fibre, che così rimangono bloccate nel mesotelio stesso. Sebbene l'amianto sia chimicamente innocuo, queste micro-lesioni scatenano una reazione immunitaria: vengono emessi segnali infiammatori che mobilitano i globuli bianchi. A questo punto il corpo attiva una operazione di riparazione dei tessuti che favoriscono così la proliferazione cellulare e che dunque portano alla formazione dei tumori. I risultati potrebbero anche rivelarsi utili per comprendere altri tipi di cancro che possono essere causati da infiammazioni croniche come la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le infezioni da Helicobacter pylori.
fonte: ansa
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