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La mutazione di una proteina può bloccare il medulloblastoma

Oncologia Redazione DottNet | 05/04/2018 12:07

Studio italiano pubblicato su Nature, chiave per nuove terapie

Una mutazione a carico di una proteina può agire da semaforo rosso e bloccare lo sviluppo del medulloblastoma, il tumore cerebrale più diffuso nell'infanzia.  A dimostrarlo, uno studio italiano che rappresenta una chiave di volta per lo sviluppo di nuove terapie e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Nature Communications.    Il medulloblastoma è un tumore molto aggressivo causato da alterazioni molecolari che determinano un comportamento anomalo delle proteine segnale coinvolte nella crescita e migrazione di cellule nervose. "Questa via di segnalazione, che prende il nome di via di Hedgehog (Hh) - spiega spiega Lucia Di Marcotullio del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza - è responsabile dell'insorgenza di una vasta gamma di tumori".

Condotto in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), lo studio ha scoperto che una modificazione a carico di un noto onco-soppressore, la proteina SuFu, favorisce l'associazione con un'altra molecola chiave della via di segnalazione, la proteina Gli3.

Questo processo fa sì che Gli3 agisca da semaforo rosso per la crescita del tumore, potenziando la capacità di reprimere la crescita cellulare. Impedendo invece l'associazione tra le due molecole, Gli3 agisce da semaforo verde, favorendo la proliferazione cellulare e contribuendo così allo sviluppo del medulloblastoma.    Le attuali terapie per questo tumore associano la chirurgia alla radio e chemioterapia ma non sono prive di effetti collaterali gravi e permanenti. Pertanto la ricerca di cure innovative è fondamentale. Questa scoperta spiega come mutazioni a carico dei componenti chiave della regolazione della via di Hedgehog possano diventare, chiarisce Di Marcotullio, "importante bersaglio nelle terapie anticancro più efficaci e quindi con minore tossicità"

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fonte:  Nature Communications

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