Lo svela una ricerca pubblicata su Nature Medicine, frutto di una collaborazione scientifica internazionale
Ereditare piccoli cambiamenti nel Dna modifica l'espressione di un gene 'protettore' provocando un aumento del rischio di ammalarsi di Alzheimer. A far luce sui cambiamenti alla base della ereditarietà della malattia è una ricerca pubblicata su Nature Medicine, frutto di una collaborazione scientifica internazionale, che ha unito diverse competenze in genetica, bioinformatica e neuroscienze. L'Alzheimer è una patologia neurodegenerativa sempre più diffusa e, oltre all'età avanzata, presenta diversi fattori che la predispongono, tra cui l'ereditarietà.
"Negli ultimi sette anni abbiamo creato una mappa dettagliata delle alterazioni epigenetiche che si verificano nel cervello delle persone affette da Alzheimer", spiega Manel Esteller, direttore del programma Epigenetics e Cancer Biology del Bellvitge Biomedical Research Institute (IDIBELL) e professore di genetica dell'Università di Barcellona.
Il risvolto pratico è che in futuro i portatori di queste varianti potrebbero essere eccellenti candidati per gli stonte: nature medicinaudi clinici di prevenzione. Aspetto importante perché, ad oggi, non esiste una cura per questa malattia, e l'unica arma sono farmaci in grado di rallentarne la progressione se somministrati nelle prime fasi. Individuare la predisposizione aiuta quindi a capire a chi indirizzare questi trattamenti.
fonte: nature medicina
Società di Neuroscienza Ospedaliera, "il paziente al centro con gruppi dedicati"
Studio pubblicato su Su Nature Medicine, remissione completa nel 40% casi
Trovato gruppo di proteine che potrebbe essere un biomarcatore
Lo studio, pubblicato su Nature, dimostra per la prima volta che il litio è presente naturalmente nel cervello, lo protegge dalla neurodegenerazione e mantiene la normale funzione di tutti i principali tipi di cellule cerebrali
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti