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Allarme Ebola: l'Oms esclude l'emergenza internazionale

Infettivologia Redazione DottNet | 18/05/2018 18:58

Aiuti al Congo anche dall'Europa, da domenica in campo il vaccino

Almeno per il momento l'epidemia di Ebola non è un'emergenza internazionale di salute pubblica, ma l'attenzione in Congo resta alta viste le ultime evoluzioni del virus, che ha fatto la sua prima vittima in una città che ha molti collegamenti con i paesi vicini. Il Comitato di Emergenza dell'Oms ha deciso di aspettare prima di lanciare l'allarme più forte, puntando sulla risposta immediata e sulla disponibilità del vaccino, che verrà usato a partire da domenica.

"Le condizioni per dichiarare una emergenza pubblica - ha affermato il capo del Comitato di Emergenza dell'Oms Robert Steffen - non ci sono, anche se dobbiamo affrontare diverse difficoltà per contenere la malattia. Le difficoltà principali nel contenimento - ha spiegato l'esperto - sono il rischio di diffusione rapida in un'area urbana, i diversi focolai in aree difficili da raggiungere e il fatto che alcuni operatori sanitari sono stati infettati, che potrebbe fare da amplificatore per l'epidemia".   Il rischio di diffusione nella regione è a livelli preoccupanti, ha aggiunto l'esperto, perché la città colpita è Mbandaka, che è vicino al fiume Congo attraverso il quale ha diversi scambi con tutti i paesi della regione. Per questo motivo nove paesi dell'area sono stati allertati, e hanno aumentato le misure di sicurezza, e la stessa Oms ha alzato il livello di rischio di diffusione nel paese, che è diventato 'molto alto' da 'alto', e nella regione, da 'moderato' ad 'alto'. 

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Sull'altro piatto della bilancia, la risposta pronta - probabilmente dovuta anche al ricordo delle critiche subite dall'Oms in occasione dell'epidemia del 2014 - e soprattutto il vaccino autorizzano un cauto ottimismo. "Gli sforzi sono incredibili sul campo - ha spiegato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus -, abbiamo già dei pazienti isolati a Bikoro e abbiamo identificato più di 500 contatti di casi sospetti o confermati, questo ci aiuterà per le vaccinazioni, che inizieremo la prossima domenica". Già 4.000 dosi sono arrivate nel paese, e l'organizzazione sta pianificando di portarne 7.540 nei prossimi giorni. Il vaccino è il rVsv-Zebov, attualmente in licenza all'azienda Merck, che ha passato le prime fasi della sperimentazione sull'uomo a tempo di record all'epoca dell'epidemia del 2014, e che è stato usato nell'ultima fase, dando comunque un'efficacia del 100%.

Per il vaccino, che va tenuto a una temperatura di -60 gradi, questo sarà però un vero 'battesimo del fuoco', soprattutto visti i problemi logistici nel raggiungere le zone remote dove si è verificata la maggior parte dei 45 casi, di cui 14 confermati, con 25 morti.    Nell'area sono già al lavoro tutte le principali organizzazioni internazionali, dall'Unicef a Msf alla Protezione Civile dell'Ue, che ha stanziato 1,5 milioni di euro per l'emergenza. La speranza è che non si ripetano le vicende del 2014, quando l'epidemia in Guinea, anche in questo caso in una zona di confine, venne sottovalutata, e si estese a Liberia e Sierra Leone prima di una reazione decisa della comunità internazionale. Il bilancio finale fu di quasi 26mila casi e 11mila morti.

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