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La Legge Gelli-Bianco aumenta la conflittualità fra medici e Asl

Anestesia e Rianimazione Redazione DottNet | 30/05/2018 20:03

I sinistri aperti sono passati da 384 del 2016 a 603 del 2017. Presentati gli ultimi dati dello Studio AAROI-EMAC sul contenzioso medico-legale

Sono stati presentati a SAQURE 2018, il Meeting organizzato dall’Associazione che si è tenuto a Roma dal 24 al 26 maggio, i dati dell’ultimo studio realizzato, in collaborazione con il Broker assicurativo AON, dall’Osservatorio Permanente AAROI-EMAC sul contenzioso sanitario.

«L’importanza del nostro Osservatorio, – ricorda Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC – che prende in esame le situazioni relative ai sinistri che possono coinvolgere gli oltre 10.000 medici rappresentati dall’Associazione, assicurati in ambito sia civile sia penale tramite la convenzione che l’AAROI-EMAC mette a disposizione di tutti gli Iscritti sin dal 2003, è enorme, in quanto ci consente di monitorare anno per anno l’andamento dei sinistri riguardanti la stragrande maggioranza dei medici appartenenti ad una categoria di professionisti precisamente definita ed omogenea. Con il triennio passato e quello che abbiamo davanti, AAROI-EMAC disporrà di dati che non sono in possesso nemmeno delle Istituzioni di governo del SSN per monitorare l’andamento del contenzioso, anche in relazione allo spartiacque temporale costituito della Legge Gelli-Bianco n. 24/2017».

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La validazione statistica – appena avvenuta – dell’analisi dei dati definitivi relativi al triennio 2014-2016 ne ha confermato l’interpretazione preliminare anticipata lo scorso anno, mentre un primo inquadramento dei dati riguardanti il 2017, ancora in fase di elaborazione, evidenzia un aumento vertiginoso dei sinistri aperti.

Nel 2017, infatti, i sinistri aperti (che possono coinvolgere più professionisti per uno stesso evento avverso) risultano passati da 384 del 2016 a 603 nel 2017, con un incremento del 57% circa.

Tale incremento, ad una prima analisi dei dati - considerato che gli eventi avversi i quali danno origine all’apertura dei sinistri conservano comunque una tendenziale riduzione della loro entità - appare soprattutto imputabile alle comunicazioni di avvio delle trattative stragiudiziali, in diretta conseguenza delle quali le strutture sanitarie, una volta chiamate in causa nel contenzioso avviato dai pazienti che si ritengono danneggiati a seguito di un accesso alle cure erogatevi, coinvolgono i singoli medici dipendenti nell’iter che ne conseguirà, eventualmente anche in sede giudiziale sia presso i tribunali ordinari sia presso la Corte dei Conti.

Fino al 1 aprile 2017 (data di entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco) i dati raccolti dalla AAROI-EMAC evidenziavano un progressivo calo del numero complessivo dei sinistri aperti, confermando anche nel primo trimestre 2017 una riduzione del contenzioso che lasciava ben sperare: nell'anno 2016, infatti, la percentuale complessiva di colleghi coinvolti in procedimenti giudiziari sia civili che penali, rispetto al numero totale di assicurati, era arrivata, con un trend in calo a partire dal 2010, anno in cui aveva raggiunto circa il 6,5%, ad abbassarsi al 3,5%.

Un trend positivo che si è interrotto, in linea temporale, contestualmente all’applicazione della Legge Gelli-Bianco da parte delle amministrazioni ospedaliere, momento a partire dal quale l’aumento delle chiamate in causa, da parte delle stesse, dei singoli medici nel contenzioso ha evidenziato un risultato esattamente contrario agli obiettivi dichiarati dalla norma: una preoccupante divaricazione, in rapporto ai casi di presunta malpractice, tra la posizione delle strutture sanitarie e quella dei loro medici dipendenti.

Dall’entrata in vigore della nuova Legge sulla responsabilità professionale i sinistri aperti dagli Iscritti all’Associazione, e quindi – data l’altissima prevalenza associativa delle categorie di medici che essa rappresenta – più in generale i sinistri riguardanti in primis i medici specializzati in Anestesia e Rianimazione e in misura comunque rilevante quelli operanti nei Pronto Soccorso e nell’Emergenza 118, appaiono aumentati vorticosamente, sia in sede penale, sia – in particolar modo – in sede civile.

«Questo dirompente effetto negativo – spiega Vergallo – è dipeso da un’applicazione aziendale pedissequa e acritica dell’art. 13 della Legge Gelli Bianco rubricato ‘Obbligo di comunicazione all'esercente la professione sanitaria del giudizio basato sulla sua responsabilità’, che è per legge esteso anche alle ‘trattative stragiudiziali’ intraprese dalle strutture sanitarie a seguito della loro chiamata in causa per malpractice da parte dei pazienti o dei loro congiunti.

Il fatto che la legge imponga tempi ristrettissimi per l’invio di queste comunicazioni – unito alla sanzione prevista per le strutture sanitarie in caso di omissione tardiva o incompletezza della comunicazione –, ha indotto le Amministrazioni Ospedaliere ad adottare un’applicazione indiscriminata di questa norma, coinvolgendo decine e decine di medici in ogni singolo sinistro, con situazioni kafkiane che arrivano a interessare in un unico sinistro l’intera équipe di Anestesisti Rianimatori di un ospedale. Uno tsunami di comunicazioni, l’entità dei cui effetti sull’aumento del conflitto di interessi tra gli ospedali ed i loro medici nell’ambito della responsabilità sanitaria sarà valutabile solo a partire dalla fine del 2018.

I dati mostrano due aspetti di rilievo: uno, sicuramente positivo, riguarda l’andamento in riduzione del trend dei sinistri, e di rimando, evidentemente, quello degli eventi avversi, avvenuto nel triennio 2014-2016, un altro a cui occorre porre con urgenza rimedi: da Aprile 2017 siamo sommersi da parte delle Aziende di richieste di relazioni scritte su specifici casi clinici senza che i professionisti possano sapere esattamente a che cosa andranno incontro dopo averle firmate. In questa prospettiva gli esiti che la Legge Gelli-Bianco avrà sono ancora tutti da analizzare, ma i dati emergenti non sono affatto confortanti. Comunque, questo ci dà ulteriore impulso ad implementare ulteriormente l’attività di monitoraggio dei sinistri, con la conseguente attività di prevenzione del rischio clinico, e quindi degli eventi avversi, attuate con tutte le iniziative di formazione e di aggiornamento professionale di cui l’AAROI-EMAC si fa carico, le quali iniziative hanno sicuramente contribuito a determinare una costante riduzione dei sinistri nel triennio 2014-2016, e sicuramente hanno limitato, perlomeno riducendo gli eventi avversi, la pericolosa escalation del 2017 riguardante i sinistri aperti».

Relativamente al triennio 2014-2016, che ha preso in esame un database di oltre 10.500 medici, i dati definitivi confermano la maggiore incidenza di sinistri aperti al Sud, seguiti da quelli aperti al Nord e al Centro, per un totale di 870 eventi avversi e 1.382 sinistri aperti a livello nazionale. Il dato grezzo aggregato per ospedale, rapportato alla dimensione delle strutture, evidenzia inoltre che quelle maggiormente coinvolte nelle vicende giudiziarie sono le strutture di medie dimensioni (che hanno tra 120 e 500 posti letto), ma rapportando lo stesso dato in riferimento al parametro ‘normalizzato’ di 1.000 posti letto si evidenzia che maggiormente coinvolti sono gli ospedali di minori dimensioni, perché hanno un’incidenza maggiore sia di eventi avversi che di sinistri aperti: 7 eventi ogni 1.000 posti letto (rispetto ai 5 dei medi e ai 4 dei grandi ospedali) e 9 denunce di sinistro (contro le 8 dei medi e 6 dei grandi ospedali). Sempre ogni 1.000 posti letto, ma in base alla localizzazione, si registrano 13 denunce al Sud, contro 6 al Centro e 5 al Nord. La maggiore incidenza al Sud è legata anche alla dimensione delle strutture. Mentre al Nord c’è una prevalenza di strutture medio-grandi (che hanno un’incidenza di sinistri inferiore), al Sud c’è una maggioranza di strutture piccole con meno di 120 posti letto in cui le denunce sono percentualmente più numerose. 

«Sulla base di queste evidenze – dichiara Franco Marinangeli, Presidente del Meeting SAQURE 2018 – l’AAROI-EMAC insieme ad AON ha già avviato un approfondimento che ha l’obiettivo di analizzare i motivi di questa tendenza. Attraverso l’analisi di altri aspetti cercheremo di capire se queste denunce sono fatte per reali motivi o se invece risentono di motivazioni meramente strumentali ad un fine risarcitorio che prescinde dall’effettivo avvenuto danno per malpractice. Sarà inoltre necessario, per poter pianificare azioni di categoria a difesa di tutti i colleghi, allargare le analisi dei dati, perché proprio questi dati evidenziano che lavorare in certi ospedali può portare più facilmente a subire una denuncia. In particolare in questo momento in cui, proprio al Sud, siamo quotidianamente sotto attacco, spesso anche fisico»

Che cosa viene denunciato? Tutte le attività di anestesia e rianimazione in sala operatoria, in terapia intensiva o in altro reparto. In sala operatoria la responsabilità è spesso di équipe: gli incidenti possono accadere al momento dell’induzione dell’anestesia, nel suo mantenimento (anche se in questa fase, gli incidenti appaiono più spesso legati globalmente all’intervento chirurgico in corso) e nel post-operatorio. Ed è proprio il post-operatorio ad essere sotto i riflettori dell’Osservatorio AAROI-EMAC, perché l’obiettivo è quello di ridurre sempre più, idealmente fino ad azzerarli, gli eventi avversi occorsi anche e soprattutto in questa fase.

«Attraverso un maggiore controllo del paziente e una più efficace comunicazione di equipe – spiega Marinangeli – possiamo ottenere un risultato molto importante verso questo obiettivo».

L’analisi dell’età dei Medici coinvolti rivela come i maggiori esposti sono i professionisti più anziani e quelli più giovani, questi ultimi più spesso operativi in piccole strutture (che come abbiamo visto sono quelle più esposte a sinistri e aperture contenzioso). Quanto ai settori di esercizio professionale, invece, il maggior coinvolgimento riguarda le sale operatorie e le rianimazioni, ma negli ultimi anni cominciano ad essere coinvolti anche i medici che lavorano nell’ambito della terapia del dolore e che oggi sono esposti anche a possibili inadempienze rispetto alla legge 38/2010 (che ha normato il diritto del paziente a ricevere adeguato sollievo dal dolore).

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