Oltre 1,6 miliardi di fatturato, la produzione è cresciuta del 15% in 5 anni
Con 1,6 miliardi di fatturato annuo e una crescita di produzione del 15% in 5 anni, la Berlin Chemie è una delle eccellenze italiane all'estero che dà lavoro a oltre 6000 persone, di cui 2300 tedeschi. Acquisito nel 1992 dall'azienda farmaceutica italiana Menarini e fiore all'occhiello delle privatizzazioni industriali della Germania Est dopo la Caduta del Muro di Berlino, oggi il sito produttivo è un vero e proprio 'antidoto' agli stereotipi e ai luoghi comuni sui non sempre facili rapporti con i nostri 'cugini' teutonici.
Fu allora che venne acquisita da Alberto Aleotti, proprietario della Menarini. Tra produzione, marketing, logistica, controllo qualità ricerca e informazione scientifica, nel 2018 vede impiegati 6.259 lavoratori (660 in più in due anni), di cui 2.364 in Germania e 3.895 all'estero, soprattutto in Russia. Gestisce la distribuzione in 31 paesi dell'est Europa dall'Albania all'Uzbekistan e, insieme a Roma, Barcellona e Singapore, è uno dei 4 'hub' della Menarini, gruppo che conta 17mila dipendenti in tutto il mondo. Di fatto oggi, spiega il Chief Financial Officer Attilio Sebastio, "la Berlin Chemie è il sito produttivo più grande del gruppo, dove si producono 184 milioni di scatole di compresse e 14 milioni di confezioni di sciroppi, in particolare antidiabetici (53%) e cardiovascolari (23%). Infine, "grazie a una politica di continuo reinvestimento dei guadagni in loco", conclude Sebastio, "è anche un centro di primo livello per la ricerca, soprattutto oncologica".
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