Canali Minisiti ECM

L'obesità influenza lo screening per il cancro alla prostata

Oncologia Redazione DottNet | 07/07/2018 16:11

La concentrazione di PSA nel sangue è inferiore negli uomini obesi

Tra obesità, ormoni maschili e rischio di cancro alla prostata c'è un legame molto stretto e una reciproca influenza. A indagarla è una ricerca dell'Università di Adelaide, in Australia, che mostra come i risultati del test più utilizzato per individuare il cancro alla prostata, ovvero la forma più comune di tumore negli uomini, possono essere influenzati dai chili di troppo.   Esaminando i dati di 970 uomini del Sud Australia i ricercatori dell'Università di Adelaide, hanno studiato gli effetti dell'obesità sui livelli di PSA rilevati nel sangue e l'influenza di questi sull'ormone maschile per eccellenza, il testosterone. Elevati livelli di antigene prostatico specifico (PSA) nel sangue possono infatti essere un indicatore del cancro alla prostata e portare a ulteriori indagini diagnostiche.

Ma il PSA, a sua volta, è aumentato dal testosterone, ormone che tende a diminuire negli uomini gravemente obesi. I risultati, pubblicati dalla Society for Endocrinology, hanno dimostrato che la concentrazione di PSA nel sangue è inferiore negli uomini con grave obesità (con indice di massa corporea di 30 o superiore) rispetto agli uomini magri, e che questo può essere attribuito a concentrazioni più basse di testosterone circolante. Questi risultati "hanno importanti implicazioni su come dovremmo interpretare i livelli di PSA negli uomini obesi", commenta il supervisore del progetto Gary Wittert, direttore del Freemasons Foundation Center for Men's Health dell'Università di Adelaide.

pubblicità

fonte: Society for Endocrinology

Commenti

I Correlati

Nuovo studio delle università di Bari e Firenze

Per la Giornata nazionale sensibilizzazione cancro seno metastatico mostrati a Roma i risultati di due focus group coordinati da Fondazione IncontraDonna: "Definire Pdta specifico"

La scoperta è contenuta in uno studio pubblicato su Scientific Reports e coordinato da due ricercatrici dell'Università di Bari Aldo Moro, Nicoletta Resta e Carmen Abate

Alla Dottoressa Margherita Ambrosini il Premio “Cecilia Cioffrese 2024” per la scoperta di un nuovo sottogruppo molecolare del colon-retto

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti