Studio dell'Università di Pisa, L'Aquila e Londra
Una riorganizzazione e classificazione, sulla base degli effetti collaterali e del meccanismo di azione, degli antipsicotici 'atipici', medicinali utilizzati in diversi disturbi psichiatrici, come schizofrenia e disturbo bipolare, con l'obiettivo di migliorare e personalizzare le terapie. Lo studio, durato tre anni e finanziato dalla Fondazione Arpa, è stato condotto dalle università di Pisa e dell'Aquila e dal Queen Mary University di Londra. I risultati, spiega una nota, sono stati appena pubblicati sulla rivista 'Pharmacology & Therapeutics'.
Il lavoro ha interessato i cosiddetti antipsicotici 'atipici', farmaci di seconda generazione nati per ovviare agli effetti indesiderati di tipo motorio (come parkinsonismo o discinesie tardive) degli antipsicotici 'classici' o 'tipici'. "Come si è visto dopo la loro introduzione - spiega il professore Marco Scarselli dell'Università di Pisa - gli antipsicotici atipici hanno dimostrato di essere molto eterogenei e in numerosi casi si sono presentati effetti collaterali di tipo motorio. Per questi motivi, la comunità scientifica ha posto seri dubbi sull'uso della distinzione tra antipsicotici atipici e tipici". "Questa nuova classificazione - conclude - potrà portare ad un miglioramento delle terapie in uso e ad una più accurata personalizzazione delle cure"
fonte: Pharmacology & Therapeutics
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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer
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