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Autismo, presto un esame per predire la malattia nei bimbi piccoli

Neurologia Redazione DottNet | 29/09/2018 17:18

Occorre una risonanza per misurare il volume del liquido cerebrale

Una risonanza potrebbe un giorno aiutare a predire i bambini a rischio di sindrome dello spettro autistico prima ancora dell'esordio dei sintomi in modo da impostare eventualmente una strategia terapeutica in fase molto precoce di malattia: un gruppo di scienziati della Università della California a Davis MIND Institute e della University of North Carolina ha confermato in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Psychiatry che la presenza di un eccesso di 'liquido cerebro-spinale' è un fattore predittivo di autismo in bimbi molto piccoli.  Gli stessi ricercatori in passato avevano pubblicato due studi su bimbi di circa sei mesi e a rischio di autismo (perché con fratelli maggiori colpiti dal disturbo) e visto che un eccesso di liquido già prima dell'anno di vita si associa a rischio di ammalarsi in futuro.

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Nel nuovo studio gli esperti hanno coinvolto 236 bimbi più grandi sia a basso sia a alto rischio di autismo e ripetuto la risonanza per misurare il volume del liquido. È emerso che il volume è maggiore nei bimbi a rischio come pure in quelli con malattia già diagnosticata.  Il liquido si pensa che sia un sistema di 'filtraggio' per pulire il cervello dalle tossine; resta da capire se l'aumento sia solo un effetto secondario della malattia o se, invece, sia proprio un agente causale dell'autismo. Ad ogni modo studiare il volume del liquido potrebbe divenire un'ottima strategia di diagnosi precoce per una malattia complessa e ancora oggi priva di esami di laboratorio obiettivi per la diagnosi. 

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