Ha somministrato sessanta milligrammi di Midazolam ad un 28enne
Sarebbero stati sessanta milligrammi di Midazolam, somministrati da un medico dell'hospice 'Il Giardino dei Girasoli' di Eboli (Salerno), a causare la morte prematura di un paziente di 28 anni malato terminale di cancro. "Una dose di medicinale - è la tesi della procura di Salerno che si è imbattuta nel caso del presunto 'Dottor Morte' sugli sviluppi di un'inchiesta su furbetti del cartellino e farmaci spariti dalla casa di cura - tale da uccidere una persona sana". Per gli inquirenti, che hanno sottoposto agli arresti domiciliari il medico, il dottore "sapeva benissimo quello che andava a fare".
Di qui l'accusa di omicidio volontario nei confronti del professionista di Roccapiemonte (Salerno) deceduto. Interrogato dopo l'arresto, il dottore non avrebbe fornito spiegazioni ai pm, rifiutandosi di rispondere.
Raccolti questi elementi, la Procura dopo il decesso del giovane - avvenuto lo scorso 18 gennaio - ha disposto il sequestro della salma tra la sorpresa dei familiari convinti che il ragazzo fosse deceduto per cause naturali. Il giovane, infatti, dopo esser stato ricoverato a Firenze aveva espresso il desiderio di trascorrere l'ultima fase della sua vita in compagnia della famiglia ricorrendo quando necessario alle cure palliative somministrate al 'Giardino dei Girasoli'. "Dalle telefonate risulta che il medico gli ha iniettato un farmaco in una dose eccessiva, causandone deliberatamente la morte", ha spiegato il maggiore Enzo Ferrara che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Nas di Salerno. E non c'e' solo la morte sospetta del giovane. L'inchiesta della procura salernitana ha svelato anche altre condotte illecite portando alla sospensione dalla professione per dodici mesi di 10 dipendenti dell'Asl di Salerno (3 dirigenti medici, 3 infermieri professionali, 3 operatrici addette all'assistenza dei pazienti e un agente tecnico) in servizio nell'Unità Operativa di Medicina del Dolore e Cure Paliative - Hospice "Il Giardino dei Girasoli", e all'Unità Operativa di Medicina Legale in seno al Distretto Sanitario 64 di Eboli.
Tutti sono accusati a vario titolo di truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, peculato, falso e cessione di farmaci a effetto stupefacente. "Abbiamo scoperto che parecchi degli indagati timbravano il cartellino e andavano a svolgere servizi personali", ha spiegato il procuratore Cannavale. Le perquisizioni domiciliari, inoltre, hanno permesso di appurare che "gran parte della farmacia dell'ospedale era finita nei garage degli indagati che usavano i medicinali per la loro attività privata". Gli inquirenti hanno appurato anche "la mancata assistenza domiciliare ai pazienti che invece veniva regolarmente attestata". "Piena fiducia nell'operato della magistratura" è stata espressa dal commissario straordinario dell'Asl Salerno, Mario Iervolino.
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