Canali Minisiti ECM

Il caffè per combattere Alzheimer e Parkinson

Neurologia Redazione DottNet | 07/11/2018 14:29

Uno studio scopre il ruolo dei composti derivati dal processo di tostatura

Bere caffè aiuta a proteggere dallo sviluppo del morbo di Alzheimer e dal Parkinson. C'è infatti all'interno un gruppo di composti che inibisce la crescita delle patologie e che è il risultato del processo di tostatura. E' questo quanto scoperto dai ricercatori del Krembil Brain Institute su quella che è una delle bevande più consumate al mondo.  Sono stati studiati diversi tipi di caffè: uno a tostatura leggera, uno a tostatura chiara e uno con una tostatura chiara decaffeinata. Secondo quanto racconta Ross Mancini, uno dei ricercatori che ha condotto l'analisi, la varietà a tostatura scura e il decaffeinato avevano "entrambe le stesse potenzialità nei primi test sperimentali".

"Così - aggiunge - abbiamo notato che il suo effetto protettivo non poteva essere dovuto alla caffeina". La ricerca ha portato a identificare i fenilindani, un gruppo di composti che emerge dal risultato del processo di tostatura dei chicchi. Loro riescono a inibire sia la beta amiloide sia la tau, due frammenti proteici comuni sia nell'Alzheimer sia nel Parkinson. Poiché la tostatura porta a quantità maggiori di fenilindani, il caffè tostato scuro sembra essere più protettivo del caffè tostato leggero. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Neuroscience.

fonte: Frontiers in Neuroscience

Commenti

I Correlati

Il finanziamento per progetti di Ricerca su prevenzione e fasi precoci della malattia di Alzheimer ed uno studio basato su tecniche di arte-terapia nel trattamento di persone affette da Alzheimer o Disturbo Cognitivo Lieve

Un’indagine di IQVIA Italia, leader mondiale nei dati sanitari e farmaceutici, fotografa lo scenario attuale italiano sulla malattia del Parkinson

L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia

La fase Rem carente riduce il volume di un'area del cervello

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti