Gimbe: "Inderogabili necessità", sblocco turnover e i rinnovi contrattuali
Ci sono più risorse per la sanità, ma rimangono "disattese inderogabilità" da affrontare come quelle legate al personale. Questa è la fotografia, secondo la Fondazione Gimbe, della manovra economica in corso di discussione in Parlamento. Tra quelli che la Fondazione Gimbe descrive come "passi in avanti", il posticipo al 31 marzo 2019 della sottoscrizione del patto per la salute e i fondi per la riduzione dei tempi di attesa: "I 150 milioni di euro previsti per gli anni 2019-2021 diventano 350: 150 per il 2019 e 100/anno dal 2020", dicono dalla Fondazione. E, poi, i programmi di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico, con il fondo che "aumenta complessivamente di 4 miliardi".
Cartabellotta la commenta come 'una cifra indubbiamente rilevante ma troppo "diluita" nel tempo, visto che saranno nella disponibilità delle Regioni solo 100 milioni di euro all'anno per il 2021 e 2022, 400 milioni/anno dal 2023 al 2031 e 200 milioni nel 2032". Inoltre, è prevista la conferma dei due fondi (500 milioni di euro ciascuno) per farmaci innovativi e innovativi oncologici. Da Gimbe spiegano come rimangano "purtroppo ancora disattese inderogabili necessità per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, in particolare quelle che riguardano il personale", per i rinnovi contrattuali, lo sblocco del turnover, i nuovi Lea e i superticket. La Fondazione Gimbe spera come al Senato possano esserci le opportunità per distribuire "equamente" nel quinquennio 2019-2023 i 327,7 milioni di euro stanziati per le borse di studio delle scuole di specializzazione, "assicurando nel 2023 ben 2.600 (invece che 900) nuovi specialisti".
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