"Queste rivendicazioni di fierezza professionale, finora inascoltate o accolte con timidezza disarmante, sono patrimonio di tutti gli attori professionali di questa vicenda: bene, ce ne rallegriamo"
La FNPI si unisce senza esitazione anche se con un sorriso amaro agli apprezzamenti per la posizione chiara e forte dichiarata dal Ministro Grillo in merito al 51% da riservare ai farmacisti nell’ambito delle farmacie di proprietà del capitale. "L’attuale coro di apprezzamenti ci fa sorridere e per certi ironici versi ci inorgoglisce perché si tratta di concetti di buon senso espressi e ribaditi negli ultimi anni dalla Federazione Parafarmacie, e argomentati ripetutamente in Parlamento, tra gli altri in particolare dall’allora On. Giulia Grillo", afferma Matteo Branca presidente della Federazione.
"Oligopoli, indipendenza professionale, logiche di mercato, logiche di servizio: ora tali rivendicazioni di fierezza professionale, finora inascoltate o accolte con timidezza disarmante, sono patrimonio di tutti gli attori professionali di questa vicenda: bene, ce ne rallegriamo - aggiunge Branca -.
"E ora tocca alla politica, alla buona politica - esorta Branca -, riavvicinare le posizioni dei farmacisti italiani, da qualunque barricata provengano, per riunirli sotto il vessillo dell’autonomia professionale, e anche adesso la cosa più importante per i vari attori della distribuzione del farmaco non è agevolare questo processo di coagulazione, ma pare sia indurre la politica ad escludere le parafarmacie da qualunque iniziativa, da qualunque opportunità, nonostante i pareri dell’Antitrust, nonostante il buon senso, nonostante ogni dimostrazione di utilità sociale, sanitaria, occupazionale, professionale, che le parafarmacie hanno dato in questi anni". "Siamo ancora a questo punto?", si chiede il presidente della Fnpi: "Davvero dopo tutte queste dimostrazioni di avere avuto per anni le paure sbagliate, c’è chi continua ad indirizzare energie e potenza di fuoco verso colleghi ed amici invece che verso le vere minacce alla nostra autonomia professionale, quantomeno da regolamentare maggiormente?"
La FNPI ha sempre detto chiaramente che l’ingresso dei capitali nel settore del farmaco non fosse necessariamente una cosa negativa, che poteva rappresentare un’opportunità, ma solo se razionalmente gestita, regolamentata e imbrigliata, pena il rischio di andare verso un oligopolio distruttivo di tutte le nostre piccole realtà professionali e imprenditoriali. "Per aver detto questo siamo stati etichettati come amici della gdo, come collaborazionisti del capitale, inascoltati e combattuti proprio da chi volevamo difendere, mentre oggi c’è chi fa a gara ad apprezzare le parole del Ministro e a stracciarsi le vesti per quanto accaduto, a chiedersi come siamo arrivati a questo punto".
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