Si comincerà con la raccolta di dati sui nuovi vaccinati, che poi saranno integrati con altri. Il test durerà per tutto il 2019
Partirà già da questa primavera l'anagrafe vaccinale nazionale, in una fase sperimentale, con l'inizio della raccolta di dati sui nuovi vaccinati, che poi saranno integrati con altri. Il test durerà per tutto il 2019. Lo ha annunciato il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Claudio D'Amario, intervenuto alla presentazione del primo rapporto annuale dell'Osservatorio strategie vaccinali. "È un modello essenziale di digitalizzazione sanitaria che fino al 2018 ha trovato delle grandi criticità - ha spiegato -. Infatti abbiamo alcune regioni che hanno già un'informatizzazione, ma utilizzano software diversi all'interno della regione stessa. Solo poche hanno un modello informatizzato completo, con un software unico che favorisce la raccolta dei dati. C'è anche una Regione che ha dichiarato di avere ancora un modello cartaceo, ma che si sta adeguando: la Sardegna".
D'Amario ha anche evidenziato che "questo sarà un momento importante, permetterà all'inizio la registrazione dei nuovi vaccinati, e poi di tutti gli altri. Con dati di tutte le altre istituzioni e di tutti gli altri registri che hanno preceduto l'istituzione del modello unico". "Sarà un strumento di gestione del problema dell'immunizzazione" ha aggiunto. All'interno del registro ci saranno anche le reazioni avverse, si potranno conoscere le categorie di persone che per diverse ragioni non possono essere vaccinate e avere informazioni sulla vaccinazione dell'adulto anziano, che fino adesso non è stata raccolta come dato. Il registro conterrà al proprio interno anche l'offerta attiva dei cosiddetti vaccini raccomandati non obbligatori. Il ministero non dovrà più chiedere i dati sulle coperture, ma potrà estrapolarli. Saranno indicate anche le motivazioni di un rifiuto della vaccinazione, se ideologico o per scarso convincimento.
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