Presentato il documento “Pharmacy 2030: A Vision for Community Pharmacy in Europe” curato dalla Pgeu
La farmacia del futuro è ormai alle porte: è stato presentato il documento sulla visione futura della farmacia “Pharmacy 2030: A Vision for Community Pharmacy in Europe” firmato dal Pharmaceutical Group of the European Union, associazione che raggruppa i farmacisti di comunità della Ue. Tra i punti chiave ci sono la digitalizzazione, maggiori servizi per i cittadini, integrazione delle farmacie nei servizi sanitari, screening, promozione della salute, e ampliamento della quota di farmaci e dispositivi da poter fornire ai pazienti.
“Quest’anno PGEU celebra il suo 60 ° anniversario – ha dichiarato il presidente del PGEU, Michał Byliniak - .
“I farmacisti – ha concluso - vogliono usare la loro posizione come professionisti sanitari altamente qualificati lavorare nel cuore delle comunità europee per migliorare ulteriormente la salute pubblica in un cambiamento ambiente sanitario che richiede un focus più personalizzato, centrato sul paziente e digitale”.
Le linee guida indicate dal documento programmatico – spiega Roberto Tobia (nella foto), tesoriere di Federfarma e delegato dell’Associazione al Pgeu – corrispondono in pieno alla politica che Federfarma sta portando avanti nel nostro Paese. Mi riferisco, in prima battuta, a quelli che sono gli interventi che il farmacista può svolgere per migliorare l’aderenza alla terapia dei pazienti ovvero, ad un pieno coinvolgimento del farmacista in tutti quegli ambiti in cui il proprio contributo può portare vantaggi al paziente stesso oltre che risparmi importanti per il Ssn”.
Altro tema importante per Tobia, quello della digitalizzazione. “Tra i punti citati nel documento Pgeu – dice - sicuramente è da sottolineare la piena attribuzione delle funzioni del farmacista all’interno di questo ambito. Penso al Dossier farmaceutico e al fascicolo sanitario elettronico, che saranno realizzati appieno solo quando anche il farmacista sarà integrato realmente nel processo”.
Ulteriore aspetto, quello del ruolo che il farmacista di comunità può avere negli screening sanitari e nella promozione della salute. “Ruolo che in Italia il farmacista già possiede – spiega ancora Tobia – ma che siamo convinti possa e debba essere presto riconosciuto anche dal punto di vista economico”.
I 10 punti del programma PGEU:
1) massimizzare i benefici dell’intervento del farmacista per i pazienti e i sistemi sanitari, promuovendo servizi per migliorare i risultati del trattamento e l’aderenza e minimizzare i rischi;
2) coinvolgere i farmacisti in modelli di assistenza integrata;
3) dare la possibilità ai farmacisti di avere accesso a tutte le informazioni sanitarie relative ai pazienti e alle terapie che stanno assumendo;
4) consultare i farmacisti sull’integrazione di nuove soluzioni digitali nel settore sanitario;
5) consentire ai farmacisti di contribuire a far progredire la digitalizzazione delle cure sanitarie come fonti affidabili per l’informazione sanitaria;
6) supportare i farmacisti nell’integrare la farmacogenomica, le regole cliniche convalidate e i dati reali nella loro pratica quotidiana per migliorare la sicurezza del paziente;
7) supportare i farmacisti di comunità nell’offerta di screening sanitari, nella gestione dei farmaci, nella promozione della salute e nella sensibilizzazione, informazione ed educazione sanitaria per contribuire a ridurre l’onere complessivo delle malattie croniche;
8) stabilire quadri normativi per massimizzare il valore della rete di farmacie della comunità altamente accessibile alle comunità di cui sono al servizio;
9) assicurare che i farmacisti possano fornire ai pazienti l’intera gamma di farmaci e dispositivi medici di cui hanno bisogno;
10) garantire che la remunerazione per i farmacisti correttamente il loro contributo al miglioramento dell’assistenza farmaceutica, riducendo l’onere per gli altri servizi sanitari e sostenendo la sostenibilità dei sistemi sanitari.
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