Tra i pilastri del provvedimento: l’integrazione delle farmacie territoriali nel sistema sanitario, la digitalizzazione dei processi prescrittivi e distributivi e una profonda revisione del meccanismo di payback
Un nuovo corso per la sanità farmaceutica italiana. È questo l’obiettivo del Disegno di legge delega per il Testo unico della legislazione farmaceutica, illustrato in conferenza stampa dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, insieme al sottosegretario Marcello Gemmato e al capo di gabinetto Marco Mattei. L’iniziativa segna l’avvio di una riforma strategica, approvata lo scorso 18 settembre in Consiglio dei ministri, che punta a riorganizzare un sistema normativo frammentato e non più al passo con le esigenze del settore. Tra i pilastri del provvedimento: l’integrazione delle farmacie territoriali nel sistema sanitario, la digitalizzazione dei processi prescrittivi e distributivi, il potenziamento dei sistemi informativi e una profonda revisione del meccanismo di payback e dei tetti di spesa.
Una riforma strutturale e partecipata
La riforma non nasce in solitaria. Il percorso, iniziato ufficialmente lo scorso maggio, si è sviluppato attraverso un confronto aperto con gli stakeholder del settore, culminato in un incontro strategico il 31 luglio. Da lì sono emersi contributi che hanno dato forma ai principi fondanti del Ddl. Per supportare l’elaborazione dei decreti attuativi – attesi entro fine 2026 – è stata prevista anche l’istituzione di una commissione indipendente composta da esperti in ambito sanitario, giuridico, farmaceutico ed economico, in dialogo continuo con i ministeri coinvolti: Salute, Economia, Imprese, Giustizia e Ambiente. È già online una sezione dedicata sul sito del Ministero della Salute, anche in lingua inglese, per seguire passo dopo passo l’evoluzione della riforma e raccogliere contributi da aziende e operatori, anche internazionali.
Farmacie territoriali: presidio chiave per l’equità
Uno degli obiettivi più chiari del nuovo impianto normativo è quello di rafforzare la funzione delle farmacie come punto di riferimento sanitario, soprattutto nelle aree interne e montane, dove spesso rappresentano l’unico presidio rimasto. Secondo il sottosegretario Gemmato, questo intervento è fondamentale per garantire parità di accesso ai farmaci in tutto il Paese, superando le disparità legate alla distribuzione.
Digitalizzazione e interoperabilità dei dati
Altro punto chiave del disegno di legge è la digitalizzazione dei processi, con particolare attenzione al rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico. Questo strumento, grazie all’interoperabilità e all’uso dell’intelligenza artificiale, è destinato a diventare non solo una banca dati clinica, ma anche uno strumento operativo per ottimizzare cure, programmazione sanitaria e controllo dei costi.
Payback farmaceutico: primi correttivi già introdotti
Il governo ha già avviato una serie di interventi per alleggerire il carico del payback a carico delle aziende. Tra questi, l’innalzamento del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti (dal 8,3% all’8,5%) e il passaggio di alcuni farmaci dalla distribuzione diretta a quella convenzionata – come nel caso delle gliflozine – che ha liberato risorse significative. Ulteriori misure includono la creazione di fondi specifici per farmaci innovativi e antibiotici “reserve”, con l’obiettivo di riequilibrare i costi tra sistema pubblico e industria. Il payback attuale, che pesa per circa 2 miliardi sulle aziende farmaceutiche, rientra in una logica che il governo intende rendere più sostenibile e prevedibile.
Un settore da valorizzare: industria, sostenibilità e produzione interna
L’Italia rappresenta una delle principali realtà produttive farmaceutiche in Europa, con oltre 56 miliardi di produzione e 54 miliardi di export. Tuttavia, la sostenibilità della produzione – soprattutto per i farmaci essenziali e a basso costo – è oggi messa alla prova. Schillaci e Gemmato hanno sottolineato la necessità di mantenere la disponibilità di medicinali come la metformina o la cardioaspirina, attraverso incentivi mirati e un dialogo costante con i produttori di farmaci equivalenti.
Un equilibrio tra sostenibilità e accesso
Il messaggio del governo è chiaro: la riforma dovrà coniugare efficienza del sistema, sostenibilità economica e diritto alla salute. “Non ci saranno compromessi al ribasso”, ha dichiarato Schillaci, ribadendo l’importanza di un confronto serio e aperto con tutte le parti interessate, dal Parlamento alle Regioni, dalle società scientifiche alle associazioni di pazienti. Il nuovo Testo unico farmaceutico si configura così come una riforma ambiziosa, che vuole fare chiarezza, razionalizzare e modernizzare un comparto fondamentale del sistema sanitario nazionale.
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