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Agenzia Ue: sì al farmaco che previene gli attacchi di emicrania

Farmaci Redazione DottNet | 06/02/2019 14:49

Blocca un gene responsabile della vasodilatazione che è alla base della trasmissione del dolore. Via libera ad altri farmaci

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha adottato un parere positivo per 6 nuovi prodotti, tra cui il fremanezumab, un anticorpo monoclonale per la profilassi dell'emicrania. Già approvato negli Stati Uniti, il farmaco blocca un gene responsabile della vasodilatazione che e' alla base della trasmissione del dolore, prevenendo gli attacchi.

Il parere positivo, che rappresenta una raccomandazione a concedere l'autorizzazione all'immissione in commercio nei singoli Paesi dell'Unione Europea, ha riguardato anche il dacomitinib, farmaco per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico. Questo inibitore pantirosinchinasico del recettore del fattore di crescita epidermico (HER) e' attivo per via orale e riesce a mantenere inibita la crescita del tumore per un periodo di tempo più lungo rispetto agli inibitori di prima generazione. L'ok è arrivato anche per due farmaci biosimilari a base di adalimumab, un anticorpo monoclonale per il trattamento di disordini infiammatori e utilizzato per alcuni tipi di artriti. Via libera dall'Europa infine per due medicinali generici: atazanavir, per il trattamento dell'infezione da Hiv-1 in adulti e bambini dai 6 anni, e febuxostat per la prevenzione e il trattamento dell'iperuricemia, condizione caratterizzata da un'elevata concentrazione di acido urico nel sangue.

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Dal comitato di esperti Ema e' arrivato anche il via libera all'estensione delle indicazioni terapeutiche di 9 farmaci, tra cui il dapagliflozin, trattamento orale già autorizzato per i pazienti con diabete di tipo 2 e che diventerà a breve disponibile, in aggiunta all'insulina, anche per i pazienti con diabete di tipo 1. Ok infine a una nuova indicazione terapeutica per alirocumab: in aggiunta alle statine, per ridurre i livelli di colesterolo lipoproteine a bassa densità (LDL-C) negli adulti con malattie cardiovascolari aterosclerotiche consolidate

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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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