"La nuova sanità deve puntare sulla territorializzazione della cronicità potenziando il servizio della farmacia"
Paesini della Penisola rimasti senza medico. La situazione dei territori a bassa densità abitativa "è sempre più preoccupante dal punto di vista dell' assistenza medica", sottolinea Federfarma Verona, rimarcando la carenza di ambulatori medici, "sempre più significativa da 8 anni". "L' assistenza territoriale deve garantire la reale accessibilità del cittadino alle cure, la continuità e l' uniformità assistenziale su tutto il territorio regionale, ma purtroppo siamo spesso portati a constatare come questo a volte non sia così scontato - spiega Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona - La concentrazione dei medici di medicina generale in alcune realtà non hanno portato a un miglioramento di servizio e assistenza per il cittadino dei territori isolati e montani: la chiusura degli ambulatori nei piccoli centri abitati ha tolto una presenza di riferimento". Inoltre "lo spostamento dei flussi di pazienti verso queste strutture unificate varia anche i flussi per l' approvvigionamento dei farmaci togliendo, oltre al 'binomio medico/farmacista', anche la possibilità di sostentamento della farmacia locale.
La nuova sanità - aggiunge Bacchini - deve puntare sulla territorializzazione della cronicità potenziando il servizio della farmacia, che però non può essere lasciata sola a svolgere questo impegnativo compito.
La forza di monitoraggio di Federfarma Verona, con il 94% delle farmacie associate sull' intero territorio provinciale (244 sul totale di 260), "fa sì che la situazione sia sotto i nostri occhi più chiara che mai. E non è affatto rosea. Interventi come la cosiddetta Legge 'Salva Borghi' non hanno portato ancora le sperate risorse, ma le farmacie continuano a servire il territorio, garantendo l' accesso alle cure e monitorando da un lato l' aderenza alle terapie, dall' altro la farmacoeconomia controllando gli sprechi", continua Bacchini.
Il nuovo Piano socio sanitario regionale "prevede un ruolo ancora più attivo a livello distrettuale per le farmacie territoriali, riconoscendone capacità di presa in carico del paziente cronico in stretta collaborazione con pediatri e medici di medicina generale. La Regione Veneto in passato ha manifestato la volontà politica di tutelare le farmacie delle piccole realtà riconoscendo un differenziale economico che, soprattutto dal punto di vista simbolico, ha avuto una significativa importanza. Ora a livello nazionale si sta rivedendo la convenzione fra Stato e farmacie, e a livello regionale accordi quali distribuzione per conto e Cup. Sono queste le occasioni - osserva il presidente - affinché Stato e Regione Veneto confermino in modo tangibile da un lato la volontà di mantenere viva nelle piccole realtà una presenza importante e qualificata come la farmacia". Un "presidio socio sanitario in stretto binomio con il medico di medicina generale che deve essere anch' egli posto nelle condizioni di svolgere la sua attività", conclude.
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