Una raccolta sulle pronunce della Suprema Corte in tema di responsabilità professionale medica
Il primo aprile del 2017 è entrata in vigore la nuova legge – la Gelli-Bianco – sulla responsabilità che ha stravolto i criteri di imputazione penale per i casi di cosiddetta “colpa medica”. Una svolta definita da molti epocale che di fatto azzera – anche se non del tutto – la precedente legge Balduzzi fondata sulla distinzione tra la “colpa lieve” a cui contrapponeva la “colpa grave”. In pratica la legge ideata dall’ex ministro del Governo Monti, Renato Balduzzi, distingueva il giusto comportamento del sanitario secondo le regole della scienza medica (quello che il medico avrebbe dovuto fare) e quello che in realtà è stato fatto nel corso dell’assistenza al malato. Per la legge Gelli-Bianco invece non c’è alcuna differenza tra il grado della colpa limitando la “scusabilità dell’errore”, ovvero la non punibilità alla sola ipotesi di errore dovuto a imperizia e solo se il sanitario si sia attenuto alla buona pratica medica secondo le raccomandazioni delle linee guida.
Chi guadagna di più sono i chimici con 92.700 euro/anno, seguiti dai medici, con uno stipendio medio annuo di 90.593 euro e dai veterinari a poco più di 90.440 euro/anno
L’obbligo di prova, quindi, per il soggetto danneggiato, si ferma all’individuazione del cosiddetto nesso di causalità fra i due eventi
Con lui Donatella Ussorio de l’Aquila, dalla beneventana Alessia Pica, rispettivamente Vicepresidente e segretario, Irene Pontarelli, di Isernia, con il ruolo di Tesoriere, e il romano Valerio De Lorenzo, consigliere
Nocco, presidente AIIC, “Tutto il Paese e tutta la sanità con i suoi infiniti snodi, si attendono dalle soluzioni e dalle innovazioni tecnologiche un contributo effettivo in termini di miglioramento dei servizi, di qualità organizzativa, di ridimensi
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