Esperti, per la prevenzione serve un corretto stile di vita
Il carcinoma ovarico rappresenta la settima neoplasia più frequente nella popolazione femminile e la principale causa di morte per tumore ginecologico nei Paesi industrializzati. E' la quinta causa di morte per tumore nelle donne tra i 50 e i 69 anni in Italia. Si tratta di una neoplasia con incidenza relativamente bassa ma è gravata da un alto tasso di mortalità e nell'80% dei casi viene diagnosticata troppo tardi. Di questo argomento si è parlato oggi al Ministero della Salute nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte Stefania Gori (Presidente nazionale Aiom e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar), Fabrizio Nicolis (Presidente Fondazione Aiom), Domenica Lorusso (Ginecologia Oncologica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma), Valentina Sini (Divisione di Oncologia Medica Università La Sapienza di Roma e Unità di Oncologia Ospedale Santo Spirito di Roma) e Ornella Campanella (Presidente aBRCAdaBRA Onlus).
Circa il 20% dei tumori ovarici è ereditario, cioè causato da specifiche mutazioni genetiche. Una mutazione patogenetica di BRCA1 e BRCA2, ereditata dalla madre o dal padre, determina una predisposizione a sviluppare il tumore più frequentemente rispetto alla popolazione generale. "Non si eredita il tumore, ma il rischio di svilupparlo - è stato sottolineato - le donne che ereditano la mutazione BRCA1 hanno una probabilità del 44% di sviluppare un tumore ovarico nel corso della vita. La percentuale è inferiore per il gene BRCA2 (17%). Anche gli uomini possono ereditare la mutazione genetica e, a loro volta, trasmetterla ai figli/figlie". Il rischio di trasmissione dai genitori ai figli/figlie delle mutazioni nei geni BRCA è del 50%. "È importante per prevenire la malattia, è stato spiegato, seguire uno stile di vita corretto. Sono da evitare una dieta ricca di grassi, l'obesità e l'abuso di alcol". In molti casi la patologia allo stadio iniziale non dà sintomi.
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