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Dal primo aprile i pensionati dovranno restituire soldi all'Inps

Previdenza Redazione DottNet | 22/03/2019 19:05

Sarà di circa 100 milioni il conguaglio che incasserà l'Ente. Circa 2,2 miliardi in tre anni

Dal prossimo primo aprile i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo (oltre i 1.522 euro al mese) avranno una rimodulazione della perequazione rispetto all'inflazione così come previsto dalla legge di bilancio per il 2019. Lo chiarisce l'Inps in una circolare appena pubblicata spiegando che i trattamenti interessati sono 5,6 milioni. Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate la riduzione media mensile dell'importo lordo risulta di 28 centesimi. Ma c’è anche un’altra beffa, ovveri i pensionati dovranno anche restituire soldi all’Ente. Infatti "sarà di 100 milioni il conguaglio con cui l'Inps provvederà a recuperare una parte delle pensioni erogate da gennaio a 5,5 milioni di persone", come chiarisce lo Spi-Cgil, che ricorda come dal nuovo meccanismo di rivalutazione "il governo arriverà a recuperare dalle tasche dei pensionati 2,2 miliardi nel triennio" 2019-2021. "Sono somme - continua lo Spi - che verranno sottratte a chi ha lavorato una vita e che non ha alcuna colpa. Se si sostiene che si tratta di pochi soldi che li lascino allora ai pensionati senza sottoporli all'ennesima rapina nei loro confronti".

Ma andiamo per ordine: per i trattamenti fino a tre volte il minimo la rivalutazione è piena mentre per le altre la rivalutazione rispetto all'inflazione andrà dal 97% per i trattamenti tra le tre e le quattro volte il minimo (da 1.522 a 2.029 euro al mese) al 40% per quelle superiori a 4.569 euro. Di fatto se le pensioni fino a 1.522 euro avranno un incremento dell'1,1% quelle oltre le nove volte il minimo recupereranno solo lo 0,44%. Ed ecco che si parla di restituzione: nei prossimi mesi l'Inps chiederà il conguaglio di quanto indebitamente dato nei primi tre mesi dell'anno (la nuova perequazione andava applicata già dal 1 gennaio). L'operazione di ricalcolo effettuata dall'Istituto - si legge in una nota dell'Inps - "ha riguardato i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. Per importo complessivo lordo s'intende la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall'Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata.

Dal ricalcolo l'importo lordo complessivo dei trattamenti pensionistici, dovuto da gennaio 2019, risulta inferiore a quello già calcolato sulla base dei criteri previgenti alla riforma". Le posizioni interessate dal ricalcolo sono circa 5,6 milioni. Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate la variazione media mensile dell'importo lordo risulta di 28 centesimi. Nei mesi successivi - conclude la nota - "l'Istituto comunicherà le modalità di recupero delle somme relative al periodo gennaio-marzo 2019".

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