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Farmaci e Brexit: carenze possibili per alcuni prodotti

Farmaci Redazione DottNet | 27/03/2019 18:56

Ema: potrebbero esserci problemi al di fuori del controllo dell'Ema o dei paesi membri, ad esempio alla dogana, con ripercussioni sulla disponibilità

 L'Ema sta lavorando per evitare carenze di farmaci in caso di uscita della Gran Bretagna dalla Ue senza un accordo, ma è comunque possibile che si vada incontro ad alcune difficoltà di approvvigionamento in Europa.  Lo scrive l'agenzia per i farmaci europea in un documento pubblicato sul proprio sito. Se non ci sarà un accordo sull'uscita, sottolinea la nota, le compagnie basate in Gran Bretagna dovranno fare alcuni cambiamenti, soprattutto regolatori, e dovrebbero spostare alcune funzioni all'interno del territorio europeo per poter continuare a distribuire i propri prodotti.

Ad esempio una azienda basata in Gran Bretagna che commercializza un farmaco nell'Ue deve trasferire la licenza ad una che opera in Europa.  "Nonostante le compagnie stiano prendendo le misure necessarie - spiega l'Ema -, ci potrebbero essere anche problemi al di fuori del controllo dell'Ema o dei paesi membri, ad esempio alla dogana, con ripercussioni sulla disponibilità. Le aziende stanno ancora facendo i cambiamenti necessari, e al momento difficile indicare quali siano i farmaci più a rischio. In caso di carenze confermate per una determinata medicina l'informazione verrà resa pubblica".

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"In base alla decisione del Consiglio europeo - spiega la nota -, nel caso in cui l'accordo di ritiro sia approvato dalla Camera dei Comuni entro il 29 marzo 2019, l'estensione sarà fino al 22 maggio 2019. Nel caso in cui l'accordo di ritiro non sia approvato entro quella data, l'estensione sarà fino al 12 aprile 2019. In tal caso, il Regno Unito sottoporrà il percorso che propone di seguire all’attenzione del Consiglio Europeo prima del 12 aprile 2019".
 
"Al momento - prosegue la nota -, non è ancora chiaro a quali condizioni il Regno Unito lascerà l'UeSe un accordo di recesso verrà approvato ed entrerà in vigore, ci sarà un periodo di transizione durante il quale la normativa dell'Ue continuerà ad applicarsi nel Regno Unito. Ciò significa che l’accesso ai medicinali non verrà influenzato". "Se invece, il Regno Unito lascerà l’Ue senza un patto o un accordo di recesso ('scenario di no-deal'), il diritto dell'Ue cesserà di essere applicato nel Regno Unito a partire dal 30 marzo 2019. In questo caso - spiega l'Ema -, per poter continuare a fornire alcuni medicinali nell'Ue, le Aziende che svolgono determinate attività nel Regno Unito dovranno apportare modifiche per conformarsi alla legislazione dell'Ue".
 
"L'Agenzia europea dei medicinali (Ema), la Commissione Europea (CE) e gli Stati membri dell'UE/EEA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) stanno lavorando a stretto contatto da maggio 2017 per aiutare le imprese a implementare i necessari cambiamenti e hanno incoraggiato l'industria a pianificare in anticipo e ad attuare tali cambiamenti prima della Brexit. L'obiettivo di questo lavoro è di minimizzare l'impatto sulla fornitura di medicinali, se il Regno Unito lascerà l'Ue senza un accordo di ritiro".

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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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