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Sono 30mila i medici che hanno legami con le case farmaceutiche

Professione Redazione DottNet | 27/03/2019 19:10

Bevere: "Con la modulistica Agenas individuiamo comportamenti a rischio da tenere sotto osservazione, come i rapporti con aziende farmaceutiche o produttrici di dispositivi medici''

Migliora la trasparenza tra i medici. Aumentano infatti i camici bianchi che non hanno timore di rendere pubblici i loro rapporti con aziende di farmaci e dispositivi. In 2 anni il loro numero ha raggiunto quasi quota 30.000, anche se con diversità regionali. E proprio le aziende sanitarie da cui mancano i dati sono quelle in cui sono emersi episodi di malagestione. A renderlo noto è Francesco Bevere, direttore dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), intervenuto al convegno "Sanità e malaffare: la corruzione si può combattere", tenutosi nella sala Zuccari del Senato.

Dal 2016, l'Agenas ha messo a disposizione la modulistica sulla Dichiarazione pubblica di interessi, che i medici possono, volontariamente, compilare. Questo strumento, previsto dal Piano Nazionale Anticorruzione in Sanità, "consente di individuare comportamenti a rischio da tenere sotto osservazione, quali ad esempio i legami con aziende farmaceutiche o produttrici di dispositivi medici, che escono dall'ordinario''.

A compilarlo, nel 2018 sono stati quasi 30.000 medici a fronte delle poche centinaia del 2016. Nello stesso periodo le aziende sanitarie che si sono registrate al portale ovvero hanno comunicato quanti professionisti sarebbero tenuti a farlo, "sono passate dall'1,8% del 2016 al 36,5% del 2018", continua Bevere. In particolare, "hanno mostrato particolari sforzi e segnato risultati positivi alcune regioni come Veneto, Piemonte e Sicilia". "Essere a conoscenza dell'esistenza di possibili situazioni di conflitto di interesse all'interno della propria azienda sanitaria è tra le principali misure di una strategia di prevenzione dell'anticorruzione", dichiara Bevere.

"Non è certo un caso - prosegue - che i fenomeni corruttivi e di mala gestio più eclatanti, avvenuti nell'ultimo biennio, si siano verificati in strutture che all'epoca dei fatti non avevano aderito a questa misura di trasparenza" . Nella lotta alla corruzione nella sanità, sottolinea Bevere, "non siamo all'anno zero". Negli ultimi quattro anni, grazie al lavoro meticoloso svolto tra Ministero della Salute, Agenas e Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), conclude, "è stato messo a punto un pacchetto di misure, studiate in considerazione della specificità e della complessità delle strutture sanitarie".

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