Chi la salta ha un rischio di morte cardiovascolare quasi doppio
Saltare la colazione aumenta il rischio di morte per cause cardiovascolari (infarto e ictus), fino a quasi raddoppiarlo (+87%). Lo rivela una ricerca durata quasi 20 anni che ha coinvolto 6550 americani, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology. Coordinata da Wei Bao, docente di epidemiologia presso la University of Iowa a Iowa City, si tratta della prima ricerca longitudinale su rischio cardiovascolare e abitudine a fare colazione. Il primo pasto della giornata è stato più volte associato ad effetti benefici per la salute: è stato collegato, ad esempio, a ridotto rischio di pressione alta, diabete e colesterolo alto. Questi sono, guarda caso, tutti importanti fattori di rischio per la salute cardiovascolare.
Nello studio è stato chiesto a tutti i partecipanti di annotare se e con quale frequenza fossero abituati a fare colazione. Tutti i decessi e gli eventi cardiovascolari sono stati registrati nel corso dei quasi 20 anni di osservazione. È emerso che, rispetto a coloro che facevano ogni giorno colazione, quelli che la saltavano tutti i giorni presentavano un rischio di morte per cause cardiovascolari dell'87% maggiore. Si tratta, però, di uno studio osservazionale, che non permette di stabilire con esattezza l'esistenza di un rapporto di causa ed effetto tra la cattiva abitudine di non fare colazione e il rischio cardiovascolare.
fonte: Journal of the American College of Cardiology
In Italia 3 milioni con dca. Aiuto da terapia dello specchio
Presentato al Senato un documento per intervenire su prevenzione e aderenza alle cure
Analisi, il problema è mangiare troppo, specie cibo industriale
"Non si gioca con la salute delle persone, e non si può trasformare un'area di servizio in una vetrina per cibo dannoso. La prevenzione passa anche da qui: dalla responsabilità di chi comunica"
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
dottnet.title.comments