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Via libera a Iqos, il dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo

Sanità pubblica Redazione DottNet | 04/05/2019 18:05

Fda: "Il sistema è uno strumento adeguato ai fini della protezione della salute pubblica" e pertanto ne viene autorizzata la vendita negli Usa

Via libera da parte della Food and Drug Administration (Fda) statunitense alla vendita di Iqos, il dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo prodotto dalla Philip Morris. Il sistema gia' distribuito in 19 paesi in Europa compresa l'Italia, 47 in tutto nel mondo, segnala l'agenzia sul proprio sito, "è uno strumento adeguato ai fini della protezione della salute pubblica" e pertanto ne viene autorizzata la vendita negli Usa. "A seguito di una revisione rigorosa della richiesta - si legge nel documento che riporta l'autorizzazione -, l'agenzia ha deliberato che l'autorizzazione per questi prodotti per il mercato Usa è appropriata per la protezione della salute pubblica perchè, fra le altre considerazioni, i prodotti producono meno tossine o in quantità minore rispetto alle sigarette combustibili".

Ad esempio, l'esposizione al monossido di carbonio è paragonabile all'esposizione ambientale, e i livelli di acroleina e formaldeide sono inferiori rispettivamente tra l'89% e il 95% e tra il 66% e il 91% rispetto alle sigarette combuste. Si tratta, spiega un comunicato di Philip Morris Italia, del primo sistema elettronico per il riscaldamento del tabacco a ricevere l'autorizzazione alla commercializzazione negli Usa. "La decisione è un importante passo avanti per i circa 40 milioni di uomini e donne americani fumatori - afferma André Calantzopoulos, CEO di Philip Morris International -. Alcuni smetteranno. La maggior parte non lo farà, e per loro Iqos offre un'alternativa senza fumo rispetto al continuare a fumare. In soli due anni, 7.3 milioni di persone nel mondo hanno abbandonato le sigarette e sono passati completamente ad IQOS". A commentare la notizia sono i tre esperti internazionali di riduzione del danno da fumo, impegnati a vario titolo nel mondo della medicina e della ricerca.

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Il prof. Riccardo Polosa direttore del CoEHAR, il primo Centro di Eccellenza per la Riduzione del danno da fumo nato all'interno del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università degli Studi di Catania, ha affermato: "Si tratta di una decisione attesa. I prodotti per la riduzione del rischio sono per definizione meno dannosi delle sigarette convenzionali. Averlo dimostrato con studi di qualità rafforza la mia convinzione che la strada delle nuove tecnologie è l'unica percorribile per risolvere la piaga del tabagismo in tempi rapidi. I dati di popolazione da Inghilterra, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Islanda, Giappone e Corea del Sud dimostrano che promuovere strumenti alternativi alle sigarette convenzionali (es. sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato, etc) può ridurre la prevalenza del tabagismo in maniera sostanziale. Va detto che negli USA l'eccessivo controllo operato dall'FDA potrebbe tramutarsi in un boomerang per la salute pubblica.

Il meccanismo di certificazione infatti è molto lungo ed è talmente oneroso che solo le grandi multinazionali del tabacco possono affrontarne i costi. La Tobacco Product Directive (TPD) europea, da questo punto di vista, sembra più equilibrata. Ciò che importa è che bisogna restare concentrati su standard di qualità e sicurezza realistici per accelerare questa grande rivoluzione per la salute pubblica". Per il professor Umberto Tirelli, oncologo dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano: "Questo è un dato molto importante per il nostro Ministero della Salute e per gli altri ministeri europei perché, dopo accurate valutazioni scientifiche sulla base della documentazione presentata da Philip Morris, l'FDA ha evidenziato inferiori e più bassi livelli di sostanze tossiche, anche cancerogene, rispetto alle sigarette tradizionali. Questo risponde alla logica del principio di riduzione del danno. Nostro dovere di oncologi continua ad essere quello di far smettere o non iniziare a fumare, ma qualora non si riuscisse o non si volesse smettere bisogna dire che esistono alternative come IQOS, in linea con quanto detto dalla FDA".  

Infine, per il professor Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino: "Il tabagismo induce una dipendenza da nicotina e l'esigenza di fumare risponde a questa dipendenza. Purtroppo a causa del bisogno di inalare nicotina il fumatore si espone ad una fortissima tossicità legata alla combustione. La forte riduzione dell'impatto di queste sostanze nell'aerosol erogato da IQOS è stata accettata da FDA e talune sostanze come acroleina e formaldeide risultano drammaticamente ridotte rispetto al fumo analogico. Non vi è dubbio che una riduzione importante della tossicità abbia un forte significato per il fumatore resistente alla cessazione. Il governo della salute pubblica richiede che si attuino politiche per la cessazione e per il contrasto della dipendenza. Ma per coloro che non desiderano smettere di fumare o che non riescono a farlo neanche se supportati uno switch sul fumo digitale può essere visto come un buon inizio nell'ambito dell'alleanza medico paziente. Su questi aspetti si dovrebbe dibattere, ricercare e formulare proposte nel rispetto dei compiti istituzionali di ciascun organismo". 

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