Nel sangue si accumulano amidi grassi in proporzione alle proteine tossiche dell'Alzheimer - la beta-amiloide - stagnanti nel cervello
Un test del sangue per diagnosticare l'Alzheimer in fase precoce potrebbe prendere forma misurando le concentrazioni plasmatiche di molecole che inducono il sonno, presenti sia nel cervello sia nel sangue, dette 'amidi grassi'. Scienziati britannici hanno infatti scoperto che queste molecole raggiungono concentrazioni maggiori nel sangue dei malati rispetto a quello di individui sani. La scoperta è stata riportata sulla rivista Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association e si deve agli scienziati del King's College London. Gli esperti sono andati a caccia di molecole nel sangue di quasi 600 individui con Alzheimer e non, usando una tecnica sofisticata per catturare quante più molecole possibili (come una rete da pesca lanciata nel mare per prendere tanti pesci).
In questa maniera si sono accorti che nel sangue si accumulano amidi grassi in proporzione alle proteine tossiche dell'Alzheimer - la beta-amiloide - accumulate nel cervello.
fonte: Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association
Grazie alla collaborazione con Farmacie Fiorentine A.Fa.M., che gestisce le 22 farmacie comunali Firenze, diventerà veicolo di informazione e consapevolezza
"L'educazione alla salute del cervello dovrebbe cominciare alle scuole medie. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione perché con 3 giorni di emicrania al mese aumenta l'ansia che si possa ripresentare, e con 15 giorni c'è depressione"
I ricercatori del dipartimento di Chimica Analitica dell'ACS segnalano lo sviluppo iniziale di un sistema che consente di effettuare lo screening del MP a basso costo tramite l'odore del cerume
Nessun effetto sul cervello se vengono consumate da adulti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti