Effetto massimo in non fumatrici. Valido anche per la prevenzione
'Baby-dosi' del farmaco tamoxifene, tra le terapie maggiormente utilizzate per il trattamento del tumore al seno, sono in grado di ridurre l'insorgenza di recidive del 52%: l'approccio ribattezzato come 'baby-tam' - ovvero dosi di tamoxifene ridotte, dai 20 milligrammi standard e 5 milligrammi - ha dunque dimostrato la stessa efficacia del farmaco somministrato a dosi piene ma con effetti collaterali minimi. E ad ottenere il massimo beneficio sono soprattutto alcune categorie di donne come le non fumatrici.
Lo studio, spiega De Censi, "ha dimostrato che per il tumore al seno localizzato in situ, circa il 30% di tutti i tumori al seno, dosi di tamoxifene ridotte di 4 volte, da 20 a 5 milligrammi, riducono il rischio recidive del 52% e il tumore all'altra mammella del 75%. Il farmaco ha dunque un effetto pieno anche a dosi ridotte, ma risparmiano gli effetti collaterali". Ora, sottolinea, "presentiamo all'Asco anche le nuove evidenze su quali siano le pazienti che ottengono il massimo effetto dal baby-tam: nelle donne in menopausa, tra le quali la riduzione delle recidive è del 69%; nelle non fumatrici, tra le quali è del 65%, e nelle donne con vampate di calore prima del trattamento tra le quali l'efficacia è dell'89%". Ma tale farmaco, sottolinea, "è anche indicato a fini di prevenzione nelle donne ad alto rischio, come quelle con storia familiare di cancro al seno o particolari mutazioni geniche, ma oggi solo il 5-10% lo utilizza proprio per timore degli effetti collaterali. L'obiettivo, con il baby-tam, è anche incentivare tale terapia e fini preventivi". Questo farmaco "ha un costo ridotto, ma potrebbe prevenire migliaia di casi di tumore al seno. Per questo - afferma - chiederemo all'Agenzia del farmaco l'autorizzazione per l'uso del tamoxifene a dosaggio ridotto".
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