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Un medico su due ha subito un'aggressione: regna la rassegnazione

Professione Redazione DottNet | 16/06/2019 16:43

Studio Fnomceo, in corsia si diffonde il burnout e la demotivazione

Dai chirurghi alle ostetriche, uno su due tra i medici e gli operatori sanitari ha subito, nell'ultimo anno, aggressioni verbali, mentre il 4% è stato vittima di violenza fisica. E sempre più spesso, in corsia, regna rassegnazione e si diffondono "burnout e demotivazione". Sono dati che parlano di un'emergenza, quelli illustrati dai risultati del questionario della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), presentati a Roma alla presenza del ministro della Salute Giulia Grillo, intervenuta al Comitato Centrale della Fnomceo.

  Al questionario, i cui risultati sono in parte già stati anticipati alcune settimane fa, hanno risposto online sul sito della Fnomceo, più di 5000 professionisti sanitari, nel 73% dei casi medici (ospedalieri, del territorio, liberi professionisti, di strutture pubbliche e private).

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Dai dati, forti ma che ricalcano i risultati di analoghe indagini sul tema, emerge che più del 56% di chi ha subito violenza ritiene che l'aggressione potesse essere prevista, ma il 78% non sa se esistano o meno procedure aziendali per prevenire o gestire gli atti di violenza. Oltre il 38% si sente poco o per nulla al sicuro e più del 46% è preoccupato di subire aggressioni. "Uno dei dati più allarmanti - spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - è la rassegnazione che emerge dalle risposte: il 48% di chi ha subito un'aggressione verbale ritiene l'evento 'abituale', il 12% 'inevitabile', quasi come se facesse parte della routine".  Questa percezione "falsata e quasi rassegnata del fenomeno porta con sé gravi effetti collaterali, come la mancata denuncia alle autorità, l'immobilismo dei decisori, ma anche il burnout dei professionisti, con esaurimento emotivo e demotivazione nello svolgimento della professione".

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