Scaccabarozzi: in Italia i farmaci costano poco, dall'estero li comprano da noi
La carenza di farmaci è "un problema emergenziale e riguarda centinaia, se non migliaia di prodotti, in tanti paesi dell'Unione Europea" ma "le cause ancora non sono chiare". A dirlo è il direttore generale dell'Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) Luca Li Bassi, che però rassicura: il problema è monitorato ed "esistono reti di tutela per garantire i pazienti". Ma, all'indomani dell'istituzione di un tavolo ad hoc da parte del Ministero della Salute, si allunga la lista di medicinali non disponibili, con il caso dell'Ospedale Careggi di Firenze, dove è stata interrotta la chemio a 25 malati.
Se nelle settimane scorse a suscitare la protesta di pazienti e medici era stata la carenza del farmaco per il Parkinson, poi risolta, oggi a suscitare l'allarme è l'esaurimento scorte di mitomicina, chemioterapico per il trattamento del tumore alla vescica, registrato all'ospedale fiorentino.
Tra le possibili cause, osserva, il fatto che le aziende "quando immettono sul mercato un farmaco nuovo, tolgono quello di vecchia generazione". Mentre per Rocco Damone, direttore generale del Careggi, a pesare sarebbe anche il progressivo "trasferimento all'estero delle linee produttive da parte delle industrie, con tutti i problemi che questo comporta". Per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, la causa della carenza sarebbero invece i prezzi concorrenziali dei farmaci italiani. "Abbiamo prezzi mediamente più bassi del 20-25% rispetto ad altri Paesi d'Europa", afferma. Pertanto, sono anche "più convenienti per altri, che li acquistano da noi". Per chiarire il meccanismo, aggiunge, "basti pensare al farmaco per il Parkinson: è mancato per diverso tempo, ma è bastato impedirne l'esportazione e ora non manca più". Di fatto, "interrompere le esportazioni di un terminato farmaco qualora se ne registri carenza in Italia" è uno dei punti previsti dal tavolo istituito con la filiera per affrontare il problema, come ricordato oggi dal ministro della Salute Giulia Grillo a margine dell'Assemblea Pubblica di Farmindustria.
Tuttavia, per il dg di Aifa, "quello dei prezzi di sicuro non è l'unica causa, altrimenti dovremmo essere solo noi ad avere il problema. Invece tantissimi Paesi lo riportano, come Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria, Slovenia" e "persino la Svizzera, sede di molte multinazionali farmaceutiche". Quel che è certo, conclude Li Bassi, è che "le agenzie regolatorie hanno dei meccanismi di monitoraggio e riescono a creare reti di tutela. I casi in cui la mancanza di un farmaco genera un reale disagio sono rari e il più delle volte temporanei. Ed esistono quasi sempre valide alternative terapeutiche".
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