Garantita la presenza medica 10 ore al giorno, anche il sabato. Sono composti da 4 medici di medicina generale per un bacino di riferimento indicativo di 8.000 assistiti
La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, ha avviato una riforma delle modalità di erogazione della cure primarie sul territorio, individuando, come strumento principale, il "Team di Assistenza Primaria", composto da almeno 4 medici di medicina generale per un bacino di riferimento indicativo di 8.000 assistiti, e prevedendo per ciascun medico componente la possibilità di incrementare il proprio massimale fino a 2.000 assistiti in carico. L'atto è stato trasmesso alla quinta Commissione del Consiglio regionale per l'espressione del previsto parere. "Si tratta - rileva Lanzarin - di una vera e propria svolta organizzativa. Il nostro obbiettivo è rendere più semplice l' organizzazione e soprattutto più facile e immediato l'accesso delle persone alla cure primarie".
Il Team di Assistenza Primaria, nel Progetto della Giunta, afferisce al Distretto Sociosanitario dell'Ulss nella quale è ubicato.
Particolare importanza è assegnata al servizio infermieristico, che erogherà direttamente le prestazioni e sarà a disposizione per la gestione integrata delle cronicità e per una risposta alle esigenze di salute dei cittadini per 12 ore al giorno, più il sabato dalle 8 alle 12. Per la presa in carico dei pazienti fragili, il Team dovrà definire un Piano Assistenziale Individuale, che entrerà nel Fascicolo Sanitario Elettronico e sarà quindi consultabile da tutti gli attori della filiera assistenziale. Per quanto riguarda le Medicine di Gruppo Integrate attualmente attive (76 che coprono il 22% della popolazione assistita), è previsto che proseguano la loro attività fino alla naturale conclusione del contratto e, qualora rispondano ai requisiti, possano essere riconvertite in Team di Assistenza Primaria.
Occhi puntati anche alla Legge di Bilancio. Senza risorse centralità e attrattività della medicina territoriale resterebbero solo sulla carta
Con meno fondi disponibili, le risorse per la valorizzazione del personale sanitario – un punto cruciale per contrastare l’emorragia di medici e infermieri verso il settore privato o l’estero – verranno necessariamente ridotte
Crialesi: “I dati aggiornati confermano una crescita costante della popolazione over 65. Questo fenomeno si accompagna a un divario crescente tra aspettativa di vita e anni vissuti in buona salute o in piena autonomia”
Sei aree di competenza, dalla telemedicina alle nuove terapie
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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