L'individuazione della proteina MS4A4A è frutto della ricerca italiana con uno studio, sostenuto da Fondazione AIRC, diretto e coordinato dall'Istituto Humanitas e dall'Università Statale di Milano
Scoperta una molecola che previene la formazione delle metastasi tumorali. L'individuazione della proteina MS4A4A è frutto della ricerca italiana con uno studio, sostenuto da Fondazione AIRC, diretto e coordinato dall'Istituto Humanitas e dall'Università Statale di Milano. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Immunology e aprono la strada a nuovi approcci nell'immunoterapia, che punta a riattivare il sistema immunitario per combattere le cellule cancerose. Al cuore dello studio, la scoperta del ruolo centrale della proteina MS4A4A nell'attivare una risposta immunitaria protettiva contro la diffusione metastatica del tumore. Questa molecola, scoperta in cellule del sistema immunitario, i macrofagi, è anche essenziale per attivare un dialogo tra i macrofagi stessi e le cellule Natural Killer, che sono in grado di uccidere le cellule tumorali.
"Nei tumori primitivi che ancora non danno metastasi - spiega Massimo Locati, docente di immunologia all'Università degli Studi di Milano e responsabile del Laboratorio di Biologia dei Leucociti di Humanitas, coordinatore dello studio e corresponding author dell'articolo insieme a Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University - i macrofagi, che in questa fase sono come poliziotti che stanno per essere corrotti, riconoscono la cellula tumorale e danno alle cellule Natural Killer il segnale di ucciderla. MS4A4A è essenziale affinché i macrofagi possano attivare questa risposta antitumorale, prevenendo così la formazione delle metastasi. Per questa funzione MS4A4A si candida a essere un biomarcatore di macrofagi all'interno dei tumori". In vari casi, però, i tumori sono in grado di 'neutralizzare' tale proteina riuscendo a creare metastasi: "La sfida è dunque quella di mantenere attiva tale proteina per impedire ai tumori di sfuggire e propagarsi. Stiamo quindi studiando - conclude l'esperto - la messa a punto di particolari anticorpi monoclonali finalizzati a potenziare l'azione di questa proteina nell'uomo".
fonte: Nature Immunology
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