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Toscana, è allerta per il virus New Delhi

Infettivologia Redazione DottNet | 06/09/2019 19:52

Saccardi: " I numeri sono sporadici e non sono tali da rappresentare un allarme anche se ci inducono naturalmente a fare molta attenzione e adottare strumenti e azioni affinché il batterio venga gestito nel modo migliore"

In Toscana "c'è grande attenzione ma non c'è nessun allarme" per il fenomeno dell'imprevisto aumento di positività al batterio Ndm (acronimo di New Delhi metallo beta-lattamasi), molto resistente agli antibiotici, rilevato tra fine 2018 e inizio 2019 tra i pazienti degli ospedali toscani, in particolare nella zona nord ovest. Lo ha spiegato l'assessore toscano al diritto alla salute Stefania Saccardi intervenendo per fare il punto sulla questione del 'superbatterio'. "I numeri sono sporadici e non sono tali da rappresentare un allarme - ha rilevato Saccardi - anche se ci inducono naturalmente a fare molta attenzione e adottare strumenti e azioni affinché il batterio venga gestito nel modo migliore. Da novembre a oggi sono stati registrati 64 casi infetti con presenza confermata di batterio nel sangue, e 546 portatori in tutta la Toscana".

Presente tra gli altri, anche il dottor Danilo Tacconi, infettivologo dall'Unità di crisi regionale attivata da tempo e di cui fanno parte professionisti esperti nel settore.   L'assessore ha precisato che "è un batterio che esiste ovunque in Italia, ma nella nostra regione i numeri sono un po' più alti". L'infettivologo Tacconi ha spiegato che "è un batterio che spesso si trova nell'intestino delle persone che hanno usato antibiotici", "e per i portatori non viene previsto niente mentre gli infetti vengono sottoposti a terapie" perché con questo batterio in caso di sepsi "la mortalità può arrivare al 40%-45%. A essere colpiti sono pazienti fragili che per motivi di salute sono stati sottoposti a prolungate terapie antibiotiche, interventi chirurgici, oppure sono immunodepressi per la chemioterapia o grandi ustionati.

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"Per evitare la trasmissione - ha spiegato ancora Tacconi - è necessario porre grande attenzione all'igiene personale del paziente e dei familiari e negli ospedali è necessario isolare i pazienti". La presenza del batterio, è stato spiegato, è soprattutto nei grandi ospedali, in particolare nell'area del Pisano, dove vengono trattati un maggior numero di pazienti e soprattutto patologie più gravi. Dei 64 pazienti infetti, è stato spiegato, 49 sono concentrati nell'area vasta nord ovest, e di questi 28 a Pisa e altri 8 a Livorno. Per contrastare la diffusione, sono state previste una serie di misure: tra queste sono stati aumentati, ad esempio, gli screening all'ingresso in ospedale, ed estesi a tutti i reparti di medicina, ripetuti settimanalmente per tutta la degenza nel caso di esito negativo.

Per gli esperti, la profilassi da seguire è quella igienica, dal lavarsi le mani all'uso di presidi e strumenti monouso, fino all'isolamento del paziente, e deve riguardare non solo gli operatori ma i ricoverati stessi e i parenti che si recano in ospedale a far loro visita. L'uso corretto degli antibiotici è soprattutto, a monte, l'attenzione da adottare, ripetono più volte i medici, causa dell'aumento dei batteri (non solo il New Delhi) resistenti. "Il fenomeno - sottolinea l'assessore Saccardi - è stato fronteggiato tempestivamente dalla strutture sanitarie regionali. Non c'è stata alcuna sottovalutazione e il nostro obiettivo in questo momento è la prevenzione". L'unità di crisi, composta da più esperti di infezioni, ha messo a punto una serie di indicazioni operative fornite a tutte le Asl e agli ospedali toscani, con indirizzi omogenei e comuni. Gli screening, spiega una nota, che la Toscana regolarmente effettuava nei reparti di terapia intensiva (dove più alto è il rischio di colonizzazione) o laddove l'anemnesi dei pazienti li consigliava, sono stati estesi. E tutti i dati raccolti sono stati inseriti all'interno di un database, per una successiva indagine retrospettiva. Non è comunque possibile, ribadiscono dalla direzione sanità, stabilire un nesso causale diretto, nella maggior parte dei casi, tra contrazione dell'infezione e morte, perché si tratta di una concausa che va ad agire su condizione cliniche già compromesse: pazienti magari che già accusano insufficienze renali, diabetici o con altre patologie, in molti casi anziani.

 "Negli ultimi mesi del 2018 e nel corso del primo semestre 2019 si è registrato un aumento di positività, oltre l' atteso, di batteri dell' ordine Enterobacterales produttori di beta lattamasi del tipo New Delhi (Cpe-Ndm) nel territorio dell' Azienda Usl Toscana Nordovest. Il fenomeno può rappresentare un problema di sanità pubblica rilevante, dal momento che i carbapenemi costituiscono la classe di antibiotici di riferimento per le infezioni invasive da Gram negativi multi resistenti, la mortalità è elevata (30-40%), la diffusione tra i pazienti si sviluppa con facilità e la resistenza ai carbapenemi può essere trasmessa anche da plasmidi": con queste motivazioni la direzione generale della Asl Toscana Nord Ovest ha deliberato lo scorso 5 settembre, il recepimento del decreto dirigenziale regionale 12772 del 26 luglio scorso sul contrasto al superbatterio New Delhi e l' attivazione di una unità di crisi.

A trovare la delibera aziendale pubblicata in albo pretorio della Asl è Forza Italia, che adesso interviene con il capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti (che già nei giorni scorsi aveva prodotto un' interrogazione destinata al question time della prossima seduta consiliare) e il consigliere Marco Stella (Vicepresidente dell' Assemblea Toscana).  "Le valutazioni cliniche che leggiamo nella delibera non fanno che asseverare i contenuti dell' allerta diffusa sul caso Toscana a tutta Italia con circolare ministeriale il 30 maggio scorso e le conseguenti valutazioni avanzate il successivo 6 giugno dall' Istituto superiore di sanità. Proprio l' Iss intravede il rischio contagio per l' intera zona euro - commentano Stella e Marchetti - La Regione, dinanzi a tutto questo, ha taciuto, ha decretato linee guida solo mesi dopo, ovvero il 26 luglio, e più di un altro mese è passato perché la Asl dove si sono sviluppati focolai pericolosi per l' intero Stivale le recepisse e attivasse un' unità di crisi. Il tutto nel silenzio più riprovevole".

Marchetti ha già chiamato Rossi a riferire in aula nella seduta fissata tra martedì e mercoledìi, intanto però Forza Italia non tace: "Qui siamo in presenza di una grave sottovalutazione tutta toscana. In tutta Italia i focolai in Asl Nord-Ovest erano oggetto di azioni di contrasto, e qui invece erano oggetto di silenzio e oscurantismo. Invece il pericolo per la popolazione esiste ed è alto. Sui giornali si legge di decessi plausibilmente riconducibili a questo tipo di contagio, ma al di là dei nessi causali resta quanto affermato dalla Asl Nord-Ovest: il tasso di mortalità è del 30-40%, il problema è di sanità pubblica e la governance sanitaria ha taciuto. Taciuto, capito? E nicchiato. E' una responsabilità grave che non intendiamo lasciar edulcorare in alcun modo da parte del Pd".

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