Riduce sintomi nei casi non gravi. Scoperta mutazione protettiva
Deriva da un estratto di alga bruna ed è basato sulla capacità di regolare il tipo di colonie di batteri presenti nell'intestino, il nuovo farmaco anti Alzheimer approvato per la commercializzazione in Cina. Gli esperti però frenano gli entusiasmi. "E' prematuro dire che sia il 'farmaco per l'Alzheimer' perché i dati sono limitati a pazienti trattati per breve periodo e non è detto che, a lungo termine, il trattamento sia efficace e non abbia effetti collaterali", precisa Camillo Marra, professore associato di Neurologia all'Università Cattolica di Roma. Mentre nuove strade si aprono sul fronte della genetica con la scoperta di una rara 'mutazione protettiva'.
L'Alzheimer colpisce circa 48 milioni di persone in tutto il mondo e il numero aumenta di pari passo con l'invecchiamento della popolazione. Il nuovo farmaco, GV-971, approvato per il mercato cinese dalla National Medical Products Administration è il frutto di 22 anni di ricerca ed è stato approvato sulla base di uno studio clinico di fase 3 condotto su 1.
E' plausibile, spiega all'ANSA il professor Marra, responsabile della Clinica della Memoria presso la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, "che la molecola abbia un qualche effetto, in quanto sono noti sia il ruolo del microbiota che quello dell'infiammazione nello sviluppo di disturbi cognitivi, ma finora queste terapie testate su pazienti non hanno dimostrato efficacia. I nuovi risultati indicano che la ricerca nel campo non deve essere abbandonata. La rapida approvazione ottenuta in Cina, permetterà, tra qualche anno, di aver dati real world sull'efficacia e sicurezza di questa molecola, che ancora presenta delle incognite da approfondire". La ricerca, procede anche sul fronte della genetica, in particolare con studi di resilienza alla malattia, come riporta un lavoro su Nature Medicine. E' stata isolata, infatti, nel Dna di una donna colombiana una mutazione (APOE3ch) in grado di proteggere dall'Alzheimer benché nel suo cervello fosse presente un accumulo di 'beta-amiloide': i sintomi della malattia sono comparsi solo tre decenni dopo.
fonte: ansa
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