Cellule armate contro infezioni e tumori, ma conta soprattutto lo stile vita
È in un sistema immunitario speciale e per certi versi rafforzato che risiede il segreto della longevità dei supercentenari, cioè coloro che superano i 110 anni. Aumentano infatti, in loro, alcune cellule immunitarie, i linfociti T CD4, che assumono una funzione del tutto particolare, sono cioè potenzialmente in grado di combattere cellule tumorali e attaccare i virus che provocano le infezioni.In persone di età diverse queste cellule sono presenti ma in misura molto minore e non hanno questa proprietà.
A evidenziarlo è una ricerca svolta in uno dei Paesi con la longevità maggiore, il Giappone, dal Riken Center for Integrative Medical Science e della Keio University School of Medicine, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Erano le CD4, che risultavano citotossiche, il che significa che potevano uccidere altre cellule, e che rappresentavano l'80% del totale (nei più giovani sono invece il 10-20%). Per vedere come venivano prodotte queste cellule speciali, il team ha esaminato il sangue di due supercentenari, scoprendo che molte erano la progenie di una singola cellula antenata. "Lo studio - spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria, Sigg - ha particolare interesse perché identifica un'espansione dei Linfociti T CD4 con proprietà citotossiche. I CD4 in genere non hanno questa proprietà. È quindi una vera e propria variante immunologica che evidentemente si associa con la longevità, garantendo -secondo logica- una forte difesa da agenti patogeni esterni, come virus, e interni, come cellule in trasformazione neoplastica. E' auspicabile uno studio dei parenti per verificare se siamo di fronte a un tratto familiare geneticamente determinato. Altrimenti non si può escludere che rifletta modificazioni nel tempo a carico del sistema immunitario".
Per l'esperto, poi, stile di vita e sistema immunitario sono interconnessi. "Non si può escludere - evidenzia infatti - che meccanismi diversi, cioè fattori modificabili, come dieta e stile di vita (ad esempio esercizio fisico), e fattori non modificabili, come l'assetto immunologico, concorrano a protrarre la sopravvivenza". "Ove si documentasse - aggiunge- che l'assetto immunologico identificato possa essere favorito da interventi nutrizionali o d'altro genere, si aprirebbero vie nuove al miglioramento del processo di invecchiamento".Le storie raccontate dal supercentenari stessi parlano di precise abitudini (non sempre considerate sane, ma che li caratterizzano): ad esempio, Jeanne Calment, morta nel 1997 a 122 anni e considerata la donna più vecchia di sempre attribuiva la sua lunga vita all'olio d'oliva, il cioccolato, il vino. Anche l'italiana Emma Morano, morta nel 2017 a 117 anni, legava la sua longevità alla dieta, oltre al fatto di non essersi risposata.
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