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Cuore con ritmo più irregolare per le persone alte

Cardiologia Redazione DottNet | 16/11/2019 16:11

C'è un legame fra la statura e il rischio di fibrillazione atriale

Le persone alte hanno un maggiore rischio di sviluppare la fibrillazione atriale, cioè un battito cardiaco irregolare che può portare a ictus, insufficienza cardiaca e altre complicanze. Lo rileva la ricerca della Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania, i cui risultati saranno presentati alle sessioni scientifiche dell'American Heart Association 2019.  Gli studiosi hanno scoperto che il rischio di fibrillazione atriale cresceva con l'aumentare dell'altezza: ogni aumento di due centimetri e mezzo che si traduceva in un incremento di circa il 3% del rischio di sviluppare la problematica, rispetto a una statura media considerata di 170 centimetri. "I risultati - evidenzia l'autore principale dello studio Michael Levin - suggeriscono che potrebbe essere utile integrare l'altezza negli strumenti di previsione del rischio di fibrillazione atriale. Le attuali linee guida sconsigliano lo screening diffuso, ma un certo gruppo di pazienti, in particolare le persone molto alte, potrebbero beneficiarne".

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La fibrillazione colpisce oltre 33 milioni di persone nel mondo. Per esaminare il legame con l'altezza i ricercatori hanno sfruttato i dati del consorzio Giant (Genetic Investigation of Anthropometric Trials), che ha studiato più di 700mila persone e quelli del consorzio della genetica della fibrillazione atriale (AFGen), che ha analizzato più di 500mila individui. È stato utilizzato un metodo statistico che impiega la genetica per stimare con precisione la relazione tra i due tratti. L'analisi indica che le varianti genetiche associate all'altezza erano fortemente legate alla fibrillazione, e ciò suggerisce che un aumento della statura potrebbe essere una causa della patologia.   I ricercatori hanno poi condotto un'analisi a livello individuale di circa 7mila persone iscritte alla Penn Medicine Biobank. Anche in questo caso, altezza e varianti genetiche associate sono risultate correlate a un aumentato rischio di fibrillazione

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