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Influenza: al via Flu Challenge, vaccinare medici e infermieri

Infettivologia Redazione DottNet | 19/11/2019 19:33

Promossa da Humanitas e Policlinico Gemelli, solo il 15% si vaccina

Medici e infermieri giocano un ruolo importante nella battaglia contro la diffusione del virus influenzale, ma tra di loro appena il 15% si vaccina. Per questo motivo, due strutture d'eccellenza della sanità italiana, l'Irccs Istituto Clinico Humanitas e il Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, hanno deciso di lanciare una 'Flu-challenge', una sfida virtuosa per incrementare le coperture vaccinali tra chi lavora a contatto con i pazienti.

L'obiettivo della sfida, che vedrà impegnati i due ospedali in una "partita" lunga 8 settimane, sarà quello di porre l'attenzione sull'importanza della vaccinazione come strumento per evitare la trasmissione dell'influenza ai pazienti, con esiti che potrebbero risultare fatali in persone anziane o con malattie croniche.

"Medici, infermieri, personale volontario e tutte le figure che lavorano in ospedale dovrebbero sottoporsi a vaccino perché è fondamentale contenere quanto più possibile ripercussioni negative per la salute, non solo dei diretti interessati, ma soprattutto degli assistiti", spiega Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Scienze di sanità pubblica del Gemelli e presidente di MIRO Public Health, centro interuniversitario Humanitas University-Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

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"Vaccinarsi contro l'influenza assume un'importanza del tutto peculiare all'interno delle comunità ospedaliere - spiega Michele Lagioia, Direttore Sanitario di Humanitas - ma siamo ancora poco orientati a guardare alla vaccinazione come una protezione da assicurare ai nostri pazienti, in particolare ai più fragili". I dati relativi al tasso di vaccinazione influenzale nelle due strutture saranno pubblicati sulla intranet aziendale e i siti web. "L'operatore sanitario - conclude il direttore sanitario del Gemelli, Andrea Cambieri - ha il dovere di vaccinarsi contro malattie infettive prevenibili anche per garantire l'operatività del sistema assistenziale durante i periodi di epidemia". 

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